Stanno stringendo i tempi per l’apertura del nuovo CIE di Trapani, un centro tutto cemento e sbarre, come Ponte Galeria, ma in piccolo, che è pronto da mesi. In questi giorni è ancora vuoto ma è già presidiato da forze di polizia, e sembra che si stiano rifinendo i dispositivi di controllo e “sicurezza” della struttura. E’ lì che potrebbero deportare lì i tunisini di Santa Maria Capua Vetere dopo il sequestro della struttura da parte della magistratura.
E naturalmente i siciliani antirazzisti saranno a disposizione per
cercare di fare da “ponte” per gli avvocati e per le associazioni che
hanno già seguito i Tunisini della caserma attrezzata a tendopoli di
Santa Maria Capua Vetere.
Vorrei poi avvertire che il taglio che i
media hanno dato alla vicenda del sequestro del CIE, è che l’iniziativa
della magistratura, il sequestro del CIET, è una conseguenza della
“rivolta” dei detenuti ed è finalizzata ad accertare le loro
responsabilità e non quelle della polizia o del questore, se non del
prefetto, che hanno innescato questa miccia a lenta combustione. Sono
alla ricerca insomma dei “corpi di reato”, mentre forse per accertare
le vere responsabilità di quanto successo, basterebbe visionare i
video, verificare le irregolarità formali e procedurali, raccogliere le
testimonianze dei pochi che sono riusciti ad avere accesso alla
struttura, malgrado la circolare Maroni del 1 aprile che blindava tutti
i centri per immigrati in Italia, dopo l’ordinanza del Presidente del
Consiglio dei ministri 5855 del 21 aprile che trasformava l’accoglienza
in detenzione, con effetto retroattivo.
Come riferite da ANSA e
Repubblica, le dichiarazioni del Procuratore capo sul sequstro del
CIETvanno solo contro gli immigrati e non fanno alcun riferimento ad
esposti precedenti ricevuti dalla procura, che pure c’erano stati da
parte degli antirazzisti, e dei loro avvocati, nè si colgono accenni di
una volontà della magistratura di accertare eventuali responsabilità
della polizia, della questura e del ministero dell’interno sui
comportamenti seguiti nel corso degli ultimi “incidenti” o “scontri”,
come li definisce l’ANSA.
Chiunque sia in possesso di dichiarazioni
più complete o di segno diverso da parte della magistratura, o di altra
documentazione o di testimonianze dirette, cerchi al più presto di farle circolare, perchè in occasioni come queste è estremamente facile dare la colpa ai migranti, o magari anche ad associazioni, o ad avvocati che li avrebbero sobillati. E l’impunità sugli abusi e sulle
violenze produrrà altri abusi ed altre violenze, ovunque gli immigrati
siano trattenuti da forze di polizia. Ed il senso comune della gente
poco informata diventerà ancora più razzista.
Dato che non ho
conoscenza diretta dei fatti, non aggiungo nulla su quest’ultima
vicenda, peraltro ampiamente prevedibile anche alla luce dei miei
scritti pubblicati recentemente su www.meltingpot.org
Vi prego però di
fare il massimo sforzo informativo per evitare che passi sui media il
messaggio lanciato dalla questura e dal ministero dell’interno , che
anche in questo caso tutte le responsabilità sarebbero degli immigrati,
accusati addirittura di “devastazione”. Un accusa che può costare anche
molti anni di carcere.
Credo che occorra anche un supporto di
iniziativa nei confronti della locale Procura della Repubblica perchè
gli accertamenti siano svolti a 360 gradi, anche per stabilire dove
sono finiti i lacrimogeni lanciati dalla polizia, o quali sono stati
nei giorni precedenti i comportamenti degli operatori addetti alla
struttura nei confronti dei migranti..
A questo punto che sarebbe utile
che gli avvocati e le associazioni antiraziste scrivano una lettera,
con documenti allegati, a Thomas Hammarberg, Presidente della
commissione diritti umani del Consiglio d’Europa a Strasburgo, e
valutino un ricorso individuale dei migranti,che sono stati picchiati e
feriti, alla Cedu per violazione da parte dell’Italia dell’art. 3 della
Convenzione che vieta trattamenti inumani o degradanti.
– Il comunicato della rete antirazzista campana
– Le foto di Repubblica