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La Nuova di Venezia e Mestre del 25 giugno 2006

Cinque «disobbedienti» arrestati in Spagna

Il gruppo di giovani veneziani aveva occupato un «Cpt».

L’obiettivo comune era di contestare la costruzione di un nuovo Cpt (Centro di permanenza temporanea) nelle vicinanze di Barcellona, a Zona Franca. I disobbedienti avevano occupato i cantieri con striscioni e, come già accaduto in passato anche a Bologna, avevano cominciato a smontare le infrastrutture. A un certo punto la polizia, con i cani al seguito, ha fatto irruzione nell’edificio in costruzione e ha arrestato 50 attivisti, tra cui, appunto, le quattro ragazze e il giovane veneziani. Immediatamente, dall’«Area condivisa della disobbedienza sociale», è stato diramato un comunicato nel quale si narrava l’accaduto, con la richiesta della «immediata liberazione di tutti i compagni e compagne arrestati». Luca Casarini, dei disobbedienti, ha annunciato l’apertura di iniziative radicali contro i Cpt in Italia per questo autunno.

«E’ meglio che il nostro governo di centrosinistra trovi un altro referente, rispetto a Zapatero che, sulla questione migranti, non ha trovato soluzione migliore che quella di costruire un nuovo centro di internamento ancora più grande di quello presente a Barcellona e voluto da Aznar». «Noi non accetteremo mai soluzioni di questo genere, né in Italia né altrove», ha concluso Casarini.

Manifestazioni nella città spagnola sono già in atto e, come è facile prevedere, anche nelle città italiane di provenienza degli arrestati (Venezia, Bologna, Roma e altre) si annunciano mobilitazioni per la scarcerazione. «I Cpt – dichiara Tommaso Cacciari, del Lat (l’aula autogestita dagli attivisti ai Tolentini) – sono galere per gente che non ha commesso nessun reato penale. Un luogo dove non si capisce dove siano i diritti della persona». I biglietti per il viaggio erano stati autofinanziati con i proventi di una festa organizzata giorni fa al Lat. Tra gli scopi del viaggio dei veneziani c’erano anche quelli di fare una radiocronaca dell’evento per la padovana radio Sherwood e la ripresa di un video per il progetto «Caffè Egilio» (dell’associazione Razismo Stop), che prevede lo scambio e il confronto culturale tra i vari Paesi. Il video serviva anche per le iniziative programmate per settembre nelle università.