D’accordo, rimane una concessione solo simbolica. Non spetta al Comune concedere la cittadinanza, ma allo Stato. Più di così l’amministrazione comunale di Venezia proprio non poteva fare. E così, d’ora in avanti, tutti i 20 novembre di ogni anno, giorno internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, si aprirà uno speciale registro dove i genitori migranti potranno iscrivere i loro figli nati in Italia e fargli ottenere un certificato di “cittadinanza speciale”.
Di più, abbiamo detto non si poteva fare. Un gesto che, come ha spiegato il consigliere della lista In Comune Beppe Caccia vuole essere soprattutto un incentivo, “un messaggio chiaro che la città spedisce al Governo che sta nascendo e al parlamento di Roma affinché legiferino al più presto l’introduzione di un pieno “ius soli” nel nostro Paese. Per quanto simbolicamente, Venezia riconosce che chi nasce qui deve essere riconosciuto come cittadina e cittadino a pieno titolo, portatore dell’insieme dei diritti e doveri che in questa sfera rientrano”.
La delibera è stata approvata nella seduta di lunedì a larga maggioranza. Contrari solo Lega e Pdl. Ma anche cinque consiglieri di opposizione hanno votato a favore. Segno inequivocabile che il principio che lo Ius Soli sia un diritto che spetta a tutti coloro che nascono in Italia, non sia più circoscritto ad una certa area politica. Ed è proprio questo il messaggio di civiltà che Venezia lancia alla politica romana.