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Cittadinanza italiana – Il problema dell’iscrizione anagrafica

Una circolare del Ministero dell’Interno prevede una situazione di particolare vantaggio per i diretti discendenti di cittadini italiani, consentendo – anche in base ad un semplice pds per turismo – l’iscrizione all’anagrafe quindi l’avvio della pratica di accertamento della cittadinanza italiana fin dalla nascita.
I quesiti che ci sono stati segnalati rappresentano la situazione di chi, dopo essere entrato in Italia con visto turistico, ha compilato e spedito il tanto discusso kit postale. Ora queste persone si trovano ad dover attendere un tempi incalcolabile per il rilascio del permesso vero e proprio.
L’ufficiale di anagrafe non può iscrivere chi non ha già un permesso di soggiorno vero e proprio (anche per turismo). La ricevuta della domanda di inoltro della domanda del pds per turismo non equivale al permesso stesso.
Come spesso accade, i tre mesi di durata massima del pds per turismo, trascorreranno senza avere la possibilità di ricevere il permesso vero e proprio, a causa dei tempi indefiniti riguardanti la nuova procedura postale.
Di fatto, le persone che hanno l’esigenza di iscriversi all’anagrafe si trovano nell’impossibilità di farlo. Se il permesso vero e proprio arriva una volta trascorsi i tre mesi, non sarà più valido ne ai fini del soggiorno ne ai fini dell’iscrizione all’anagrafe.

La legge è cambiata ma mancano ancora i moduli
Chi è entrato in Italia in questi giorni dopo la pubblicazione del decreto legge n.10 del 15 febbraio 2007, non deve più chiedere il pds per turismo ma compilare una semplice dichiarazione di soggiorno. Questo modulo però non è stato ancora predisposto dal Ministero dell’Interno e nemmeno le indicazione su come effettuare la presentazione di esso. Quindi queste persone italiane, ma non ancora riconosciute, si trovano nell’impossibilità di esercitare un diritto.
Questo è un problema pratico che al momento non ha una soluzione, perché è legato unicamente e banalmente alla mancanza della modulistica.

Cosa fare?
Potrebbe essere possibile adottare una soluzione di tipo “fai da te” ovvero presentare comunque una propria dichiarazione di presenza alla questura del luogo di effettiva dimora, inserendo tutti i dati tipici che si allegano nella domanda di permesso di soggiorno. Una dichiarazione che in un certo senso potrebbe valere quale forma alternativa alla procedura postale. Comunque l’interessato, in base alla legge, potrebbe dire di avere assolto il suo obbligo. Il problema è burocratico perché il Ministero dell’Interno che non ha ancora emanato il decreto con le indicazioni e la modulistica.

Ma, per chi deve iscriversi all’anagrafe, questa formula non sarebbe valida. Anche se venisse presentata una dichiarazione doviziosa e documentata non basterebbe per dimostrare la legalità del proprio soggiorno per turismo all’ufficio anagrafe.

Vedi anche:
Cittadinanza italiana per discendenza diretta
I problemi legati alla nuova procedura per richiesta dei permessi di soggiorno