Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Cittadinanze dirompenti: per un Febbraio di cittadinanza, per un futuro civile

Il 28 febbraio gli Italiani Senza Cittadinanza in piazza. A Padova alle ore 11 davanti alla Prefettura

Possono ottomila emendamenti condizionare l’avvenire di ottocento mila persone?

Può una miserabile fazione partitica porre veti relativamente al futuro esistenziale, alle ambizioni individuali e ai personali desideri dei già citati ottocentomila?

E, in ultimo, può un’ormai ex forza ad incarico governativo, precludere il diritto d’esistere ai sopra menzionati in virtù di meri giochi di potere e strategie dalla dubbia nonché più bassa moralità?

Fossimo un Paese normale tutto ciò sarebbe un’eventualità più unica che rara ma, essendo la Nazione in cui anche il più becero razzismo è scambiato e camuffato da opinione più o meno opinabile, tutto ciò finisce col ridursi a pura prassi. Tanto consolidata quanto ineluttabile.

E così finisce che anche il diritto più basilare, quale quello di potersi riconoscere membri attivi, propositivi interni alla collettività in cui si nasce o si risiede da tempi non sospetti, si trasforma in privilegio: alla pura mercè delle varie e differenti coalizioni all’esecutivo; in balia dei più bassi istinti delle contemporanee avanguardie fasciste; fagocitato nel ventre molle dei giochi di Palazzo; alle dipendenze di redditi famigliari minimi, in mancanza dei quali anche la sola richiesta di cittadinanza è pura utopia.

Sono passati ormai due anni dalla prima approvazione presso la Camera dei Deputati del Ddl 2092 n. 91 del 5 febbraio 1992 in materia di cittadinanza: era il 13 ottobre del 2015 e con 310 voti a favore lo Ius Soli sembrava potesse finalmente giungere seppur con imbarazzante ritardo ad un primo finale incasellamento legislativo. Successivamente posto sotto la deliberazione della Commissione Affari Costituzionali del Senato, è li ancorata dal 5 febbraio 2016, a causa del già menzionato ostruzionismo leghista.

Da allora solo promesse, dichiarazioni d’intenti più o meno velati, timide quanto irrisorie rivendicazioni di legittimità relativamente alla validità e necessità sociale ora più pregnante che mai di riconoscere in qualità di “italiani ufficiali” e non più ufficiosi, i migliaia di figli di genitori stranieri che nel nostro Paese trovarono anni prima la propria (s)fortuna.

Dalla nostra ultima manifestazione autunnale, noi Italiani Senza Cittadinanza, lasciammo le principali piazze italiane con la promessa governativa di una futura ri-trattazione del disegno di legge successivamente a quello che sarebbe stato l’esito referendario di dicembre. Ci credemmo, e peccammo forse di ingenuità, perché alla fine può mai considerarsi dignitoso o ancor di più degno d’affidabilità un Governo che di fatto è disposto a sacrificare in nome delle larghe intese una riforma in fase di gestazione da ormai più di venti anni? Evidentemente sì ed il silenzio assenzio di chi di dovere ne è conferma.

E per tale ragione il prossimo 28 Febbraio ci ritroverete in Piazza: perché l’ostinazione di chi ormai nulla ha più da perdere è sempre dura a morire; perché rifiutiamo dal profondo delle nostre coscienze e sensibilità collettiva, una ghettizzazione a norma di legge; perché riteniamo inconcepibile che avanguardie dal pensiero fascista più radicato possano discernere sul nostro avvenire; perché alla fine non ci avrete mai come vorreste voi: “negri da cortile” inconsapevoli, fatalisti, senza alcuna ambizione o coscienza politica. O umana, ancor prima.
Muore una generazione, ne fiorisce sempre un’altra : rigogliosa, mista, dalle geometrie più variabili che si siano mai viste prima.

Ci ritroverete, ancora una volta, anche qui a Padova dove a partire dalle 11 promuoveremo una passeggiata della cittadinanza, con inizio in Piazza Antenore.

La scelta di manifestare qui in città non è stata di certo né accidentale né tanto meno risultante di congiunture terze: le vicende di Cona e la morte di Sandrine; il suicido di Pateh Sabally nel Canal Grande di Venezia lo scorso 22 gennaio; il pestaggio del dodicenne di origine marocchina (già precedentemente vittima di bullismo a sfondo razziale) presso la scuola media Petrarca della città; il cartello “Vietato l’ingresso ai negri” esposto poche settimane fa fuori una libreria di Verona; dalla pulizia etnica promossa ed auspicata da Salvini per poi, finire, con la nuova oscena legislazione regionale in merito alla ripartizione dei posti nei nidi, basata sul principio de “prima i veneti“, bene tutto ciò ci ha fatto convincere della necessità di riportare e calare in prospettiva locale gli istinti promossi dal febbraio della cittadinanza. Perché la mente dietro la stagnazione di una normativa che potremmo anche definire “di cura” dal momento che, di fatto, andrebbe a tutelare dei soggetti emarginalizzati a norma di legge, è frutto del medesimo odio quotidiano che alimenta l’intolleranza di cui le vicissitudini precedentemente annoverate sono minima componente e rappresentazione, a confronto di quello che è il disprezzo razziale ed il livore della vita di tutti i giorni.

Ci vorrebbero divisi, indifesi: ci troveranno più forti ed uniti che mai.
Ci vorrebbero inconsapevoli, sprovveduti: ci avranno più agguerriti che mai.

La vostra idea di mondo uniculturale, la vostra incapacità di comprendere e/o ricercare narrazioni alternative al vostro principio fascista di “normalità”, è odio.
Il nostro pluralismo culturale, le nostre miriadi d’appartenenze originarie, il nostro orgoglio nel riconoscerle e tutelarle, tutto questo è amore.

Vi aspettiamo a Padova, martedì 28 febbraio a partire dalle 11 difronte alla Prefettura: per creare tutti insieme delle cittadinanze dirompenti.

Sara Carucci
Associazione Arising Africans

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