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Cittadini di serie A e cittadini di serie B

Nonostante il 1 maggio 2004 dieci Paesi siano entrati a far parte dell’Unione Europea, di fatto gli abitanti di questi territori rimangono cittadini di serie B per alcuni aspetti.
Facciamo, ovviamente, l’esempio dell’Italia dove per motivi di lavoro subordinato, tutti i cittadini neocomunitari potranno entrare dal loro Paese solo all’interno di quote fissate.

Le quote per lavoro stagionale nel 2004 per i neocomunitari (16 mila) sono state pubblicate da poche ore sulla Gazzetta Ufficiale e ci offrono lo spunto per ritornare a parlare di questo meccanismo, in generale perverso, che si basa su un’ipocrisia di fondo, ossia la presunta chiamata del lavoratore dall’estero.
Ma quale datore di lavoro preferisce assumere un dipendente che non ha mai visto? Per chiarirlo basterebbe soltanto un’occhiata alle persone in fila davanti alle sedi delle Direzioni Provinciali del Lavoro, persone straniere che si trovano in Italia da tempo.

Sono migliaia infatti i lavoratori migranti che attendono il famigerato decreto flussi (quello “normale”, per lavoratori non comunitari) per poter regolarizzare la propria posizione lavorativa e uscire dallo sfruttamento in nero. Si tratta infatti dell’unica modalità di accesso alla permanenza regolare sul territorio italiano.

Le domande di assunzione sono accettate in base all’ordine d’arrivo, dunque la corsa a chi arriva primo si gioca sul filo della resistenza fisica – le persone sono costrette a “prenotare” il proprio posto facendo file notturne – oppure su quello del clientelismo, della spartizione concordata delle quote disponibili.

L’accettazione delle domande di assunzione “dall’estero” diventa, nelle migliori delle ipotesi, una lotteria, mentre più frequentemente la politica delle quote diventa strumento di controllo e ricatto della forza lavoro migrante in mano a lobby di potere più o meno istituzionalizzate.

Per questi motivi è necessario mantenere alta l’attenzione sulla gestione delle quote d’ingresso programmate per il 2005 in tutti i giorni successivi alla tanto attesa pubblicazione del decreto “normale” sulla Gazzetta Ufficiale.

Melting Pot Europa invita tutti – associazioni, sportelli, uffici immigrati, semplici cittadini – a monitorare quanto accade nelle proprie città, segnalando gli episodi che risultano poco chiari o fin troppo chiari.