Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da La Tribuna di Treviso del 22 settembre 2006

Cittadino italiano chi nasce qui

Decisione storica dell’Anci: sindaci veneti primi in Italia.

Renzo Mazzaro

Nascere non era obbligatorio, ma quando è toccato a noi, gli altri hanno dovuto prenderne atto. Succede così anche per i figli di NN, ma non per quelli degli immigrati, regolari precisiamo, che frequentano le stesse scuole dei nostri; non solo, che parlano il dialetto come noi.
La legge italiana prevede che la cittadinanza venga trasmessa per jus sanguinis, cioè dal padre o dalla madre cittadini italiani e non per jus soli, cioè dal fatto di essere nati nel suolo italiano. Cosa che accade invece in quel paese retrogrado chiamato Stati Uniti d’America. Born in Usa non è la stessa cosa, come direbbe Bruce Springsteen.

Ma oggi abbiamo una novità: il direttivo dell’Anci del Veneto, 21 persone che rappresentanto 580 Comuni della regione, ha approvato l’altro ieri con una sola astensione un documento di indirizzo in cui si chiede al Parlamento italiano di modificare la legislazione attuale (legge 91 del 5 febbraio 1992, Dpr 272/93 e Dpr 362/94) in modo che i figli di immigrati che nascono sul suolo italiano acquisiscano per il fatto stesso la cittadinanza italiana, senza aspettare come accade ora il 18º anno d’età. Il documento verrà sottoposto all’assemblea dell’Anci Veneto, un centinaio di persone, che si riunirà a Rovigo il 7 ottobre per il tradizionale appuntamento degli enti locali «Dire&Fare». Si dà per scontato che venga approvato, perché i capigruppo di tutti i partiti sono d’accordo e l’unica astensione, arrivata dalla leghista Ampelia Berto, sindaco di Bressanvido (provincia di Vicenza), non era dovuta ad opposizione preconcetta ma a volontà di verificare cosa accade negli altri paesi europei. A favore hanno votato il capogruppo di Forza Italia Luciano Zerbaro, di An Paolo Dalla Vecchia, dell’Udc Luigi Pietro Bernardi, dei Ds Patrizio Pavan, della Margherita Pierantonio Tomasi e la rappresentante delle liste civiche Laura Puppato. Oltre naturalmente al presidente dell’Anci Vanni Mengotto, anch’egli forzista.

E’ il primo pronunciamento in questa direzione fatto in Italia. Vero è che la decisione spetta al Parlamento, ma il valore politico della risoluzione dell’Anci Veneto è innegabile, collegata al fatto che a firmare la richiesta sono i sindaci, cioè i capi delle comunità locali, a contatto diretto con la realtà dell’immigrazione. Nelle mani del sindaco giurano fedeltà alla costituzione italiana tutti gli immigrati nel momento in cui termina l’iter per acquisire la cittadinanza. Chi si formalizza sui 5 o 10 anni, pensi che nessun veneto, come nessun cittadino di altre regioni, nato in Italia, ha mai giurato fedeltà alla costituzione. Almeno su questo, gli immigrati ci battono. «Porteremo il documento anche all’Anci nazionale – dice Mengotto – affidando al Parlamento una richiesta di intervenire che non viene solo da noi, ma anche dai tribunali dei minori, per esempio, dove i bambini privi di cittadinanza sono privi di diritti nei casi di abbandono, di separazione dei coniugi, di incarcerazione di uno di loro, di affidamento. E’ una questione di giustizia sociale, che non ha nulla che vedere con la politica dei controlli alle frontiere. Qui si parla di minori che sono nati in Italia e ci vivono da anni: come dovrebbero sentirsi motivati, se acquisiscono solo a 18 anni i diritti che i loro compagni di scuola hanno da sempre? Almeno su questo, copiamo gli Stati Uniti».

In questo momento i minori con cittadinanza non italiana che frequentano le scuole venete, dalla prima infanzia alle superiori, sono 48.544 su un totale di 547.805 studenti (8,9%). I dati provengono dall’Ufficio scolastico regionale e sono riferiti a luglio 2006.