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Colpo di stato militare in Mali “Arrestati alcuni ministri”

BAMAKO (Mali) – Militari maliani golpisti hanno affermato di aver preso il controllo della presidenza a Bamako, capitale del Mali, dopo alcune ore di scontri con la guardia presidenziale e di aver arrestato alcuni ministri, fra i quali quello degli Esteri, Soumeylou Boubeye Maiga. “Controlliamo il palazzo presidenziale” ha dichiarato un militare che ha voluto mantenere l’anonimato mentre un altro ha affermato che sono state arrestate diverse personalità del regime del presidente Amadou Toumani Tourè, fra le quali Maiga e Kafougouna Konè, ministro dell’amministrazione territoriale. I ribelli hanno decretato il coprifuoco in tutto il Mali.

I militari golpisti hanno detto di aver “messo fine al regime incompetente di Touré, hanno sciolto il Parlamento e sospeso la Costituzione. Secondo il loro portavoce i golpisti hanno messo in atto il putch per “mettere fine all’incapacità del regime del presidente Amadou Toumani Touré di gestire la crisi nel Nord del nostro Paese”. In quelle regioni, infatti, è in corso da diverse settimane una ribellione dei tuareg e le attivtà di gruppi islamisti armati.

Il portavoce dei militari golpisti, il tenente Amadou Konaré, ha affermato che questi hanno agito per fare fronte “all’incapacità” del governo del presidente Amadou Toumani Touré “a gestire la crisi nel nord del nostro paese”, in preda a una ribellione tuareg e alle attività dei gruppi islamici dalla metà di gennaio. Il tenente Konaré, circondato da una decina di altri militari, ha parlato a nome di un un Comitato nazionale per il recupero della democrazia e il risanamento dello stato (Cnrdre).

Poco dopo, il capitano Amadou Sango, capo della giunta, ha preso la parola per annunciare che un coprifuoco era stato decretato a partire da oggi, giovedì. Il tenente Konaré ha giustificato il golpe anche con la “mancanza di materiale adeguato per la difesa del territorio nazionale” a disposizione dell’esercito per lottare contro la ribellione e i gruppi armati nel nord, e con “l’incapacità del potere a lottare contro il terrorismo”. La giunta militare ha “preso l’impegno solenne di restituire il potere” ai civili e di creare un governo di unità nazionale.