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Comportamento discriminatorio di Poste Italiane: non può negare al richiedente asilo l’apertura di un conto corrente di base

Tribunale di Roma, decreto del 21 dicembre 2020

Una recente decisione inaudita altera parte emessa dal Tribunale di Roma con riferimento ad un ricorso ex art. 700 c.p.c. sul diritto del richiedente asilo ad aprire un conto corrente di base.

In particolare nel nostro caso si tratta di un richiedente asilo colombiano con ricorso ex art. 35 bis d.lgs. 25/08 pendente innanzi al Tribunale di Roma in possesso della sola ricevuta di formalizzazione della domanda di protezione internazionale datata aprile 2018 e con appuntamento in Questura per il rilascio del permesso per richiesta asilo a febbraio 2021.

Il Giudice nel riqualificare la domanda come azione discriminatoria ha affermato: “Emerge con chiarezza sia dall’esposizione del ricorso che dagli atti allegati, che parte ricorrente contesta il comportamento discriminatorio di Poste Italiane che impedisce ai richiedenti asilo ancora non in possesso del permesso di soggiorno cartaceo per richiesta di asilo, ma solo della ricevuta comunque munita di fotografia, di aprire un conto corrente di base; richiamando peraltro una norma, l’art. 126-noviesdecies del Testo Unico Bancario, introdotta proprio in funzione antidiscriminatoria, così come la circolare ABI e la comunicazione interna di Poste Italiane, anch’essere richiamate. Non vi è dubbio, pertanto, che il rifiuto di Poste di aprire il conto corrente di base per la mancanza del permesso di soggiorno definitivo, tenuto conto dei tempi lunghissimi per ottenerlo anche a causa delle chiusure dovute all’emergenza pandemica, costituisca una condotta discriminatoria.

“.

La pronuncia ci sembra rilevante in considerazione dei continui rifiuti opposti nella prassi dalle Poste e dalle Banche all’apertura del conto corrente di base al richiedente asilo (anche quando munito del permesso per richiesta asilo) nonostante le norme e le posizioni espresse nelle circolari e nelle comunicazioni interne dell’ABI e di Poste Italiane.

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Tribunale di Roma, decreto del 21 dicembre 2020