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Con Mimmo, con Riace: in migliaia in piazza per sostenere l'”utopia della normalità”

E da Riace parte l'offensiva al Decreto Legge Salvini

@channeldraw

La storia, quella che lasciamo ai posteri, darà ragione e renderà giustizia a Mimmo Lucano e alla sua Riace. Questa parentesi non sarà che un brutto ricordo, sarà narrata per ciò che è: un attacco voluto da quei poteri che – iniziando ben prima di Salvini al Viminale – sono costretti ad attaccare il simbolo di uno straordinario laboratorio, un’esperienza concreta che rende possibile un’alternativa, un modello positivo ed efficace che si contrappone ai governi “della paura” e della devastazione dei territori.

Domenico Lucano è stato colpito perché ha saputo inventare un modello di gestione degli enti locali coniugando i principi di accoglienza e inclusione con la cura del territorio attraverso la cooperazione sociale: in uno, la “buona accoglienza” che sottrae Riace al “land grabbing” e invece sperimenta le monete complementari territoriali. Sottraendo ogni fetta di torta alla criminalità organizzata, che ricicla investendo nei business più redditizi di oggi, dall’accoglienza alla gestione dei rifiuti.

Photo credit: Tiziana Barillà
Photo credit: Tiziana Barillà

Ma noi non possiamo aspettare che la storia faccia il suo corso, ci sembrerebbe di perdere tempo, tempo prezioso. Noi che come sempre la giustizia la pretendiamo, la pretendiamo subito.

C’è uno di noi in particolare che reclama giustizia: Mimmo Lucano! Ma giustizia deve essere fatta subito perché la vogliono i riacesi: caparbi e determinati, in pochi anni hanno trasformato un borgo in via d’estinzione in un piccolo gioiello, esempio virtuoso di come con pochi mezzi e fondi limitati si può fare tanto, se ci si prende fino in fondo la libertà di sperimentare per costruire un presente migliore per tutta una comunità che decide di non lasciare la propria terra e realizzare ciò che Mimmo ha definito l'”utopia della normalità“.

Se a Riace nelle scuole la campanella suona ancora, le botteghe artigianali si sono rivitalizzate, gli ambulatori sono aperti anche di sabato mattina, se la raccolta differenziata tiene pulito un paese senza inquinare, e se il razzismo e la diffidenza non lambiscono queste case è merito di chi, dal quel lontano 1998, ha avuto la lungimiranza di crederci e di “darsi da fare“, cooperando in un territorio dove il malaffare, la corruzione e la criminalità organizzata –  questa sì impunita – possono facilmente prendere il sopravvento.

Le migliaia di persone che sono scese in piazza, qui a Riace come in tutta Italia, non possono aspettare la “riabilitazione a posteriori” di questa storia collettiva. Lo vogliono fare ora, lo stanno già facendo.

Il corteo sotto le finestre di Mimmo: un abbraccio collettivo di riconoscenza
Il corteo sotto le finestre di Mimmo: un abbraccio collettivo di riconoscenza

Riace non si arresta: non lo possiamo permettere, proprio ora!
In questo momento storico, di fronte al ritorno dei nazionalismi, di fronte al baratro del razzismo che si fa politica di governo, al tempo in cui l’attacco ai diritti ed alle libertà viene generalizzato attraverso il Decreto Salvini, abbiamo bisogno di tenere davanti a tutti e tutte noi Riace e Mimmo come esempio di una possibilità concreta.

Dalle strade di Riace è partita una risposta imponente. Questa risposta può e deve superare il tempo di questa giornata, deve farsi movimento: ripartire da Riace, tornando nelle nostre città, nei quartieri, nella pancia provinciale di questa Italia, con la determinazione ed il coraggio di attaccare e respingere quei poteri che dall’alto cercano di imporci la guerra all’umano, cercano di imporci la solitudine.

Il palco finale della manifestazione, animato dalle molte voci che compongono un mosaico articolato di resistenze, buone pratiche territoriali nonché comuni solidali con Lucano, invita a partecipare all’assemblea che si terrà il 14 ottobre a Roma, intersezione di percorsi differenti ma convergenti.

Quell’assemblea può essere il luogo di organizzazione e partenza di quell’offensiva, necessaria ed urgente, contro il governo gialloverde cercando di cogliere il tempo politico in cui si dibatterà la conversione in legge del decreto Salvini.

Il grido corale e vibrante liberatosi ieri a Riace e nelle tante piazze che in tutto il paese si sono mobilitate dal giorno del suo arresto, va raccolto e trasformato in un’unica grande e potente risposta: No al decreto legge Salvini! 10.100.1000 Riace!
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Redazione

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