Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Messaggero del 22 marzo 2004

Con la legge sulla sanatoria le richieste di soggiorno sono raddoppiate di Anna Maria Soggiorno

«Ogni anno si ripete questa storia! Ore e ore di fila per prendere il numero e poi presentarsi allo sportello, tutto ciò per consegnare quattro foto e una marca da bollo, operazione che richiede non più di un minuto. Come se noi non fossimo costretti ad assentarci dal lavoro, per dover svolgere queste incombenze burocratiche».

Non è solo Michele Calbi a doversi presentare alla Questura di Terni per rinnovare il permesso di soggiorno della moglie, di origine lituana. Sono centinaia gli extracomunitari che, magari senza accompagnatore come capita alla signora Calbi, ogni settimana si presentano agli sportelli di via Antiochia. Tanti, troppi, con la conseguenza che si è dovuto istituire, pure lì, il ”numero”, per evitare discussioni e inutili attese. Attese che però si ripropongono lo stesso, essendo il numero chiuso (massimo quaranta o sessanta persone al giorno) e gli utenti molti di più. Tant’è che il numero, quando gli sportelli sono aperti in orario mattutino (lunedì, mercoledì e venerdì), viene distribuito a partire dalle otto, ma già da molto prima le persone stazionano di fronte alla Questura, trascorrendo il tempo ad accapigliarsi su presunte precedenze o sgarbi ricevuti.

Peggio va per l’apertura pomeridiana, prevista di giovedì, dove si concentra il maggior numero di richieste, anche un centinaio in una sola giornata: in questo caso il numero viene distribuito alle quattordici, ma la fila inizia più o meno alla stessa ora di quando c’è l’apertura mattutina.
Un problema che non sfugge al dirigente dell’Ufficio immigrazione della Questura, Moreno Fernandez: «Abbiamo raddoppiato gli sforzi, ma il personale impiegato (quindici addetti nell’Ufficio, ma solo sette si occupano materialmente del rinnovo e rilascio dei permessi) è rimasto invariato, mentre il numero degli extracomunitari residenti in provincia e in possesso di un regolare permesso di soggiorno, dopo la sanatoria prevista con la legge Bossi Fini, è raddoppiato: cinquemila nel dicembre 2002, alla stessa data del 2003 si erano più che raddoppiati».
Senza considerare che fino alla riforma il permesso rilasciato era valido per quattro anni, mentre oggi deve essere rinnovato ogni anno (nel caso di lavoratore assunto con contratto a tempo determinato) o ogni due (contratto a tempo indeterminato), restrizione che ha determinato un maggior numero di accessi agli sportelli della Questura.