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Conegliano (Tv) – Ospedale blindato per il presidio contro le segnalazioni

Dal presidio: "non siamo disposti a barattare la disumanità della segnalazione con altrettanta disumanità., il prolungamento della detenzione nei Cie

Il colpo d’occhio è di quelli che fanno impressione. Polizia e Carabinieri a sbarrare l’entrata dell’ospedale di Conegliano (35.000 abitanti) per il presidio organizzato contro la cancellazione del divieto di segnalazione dopo la denuncia e la conseguente espulsione di una ragazza nigeriana senza permesso di soggiorno.

E non c’è miglior fotografia di quella scattata, con un imponente schieramento di Polizia e Carabinieri alle porte del pronto Soccorso, per sintetizzare lo spirito della norma in discussione alla camera. E’ questa la sanità a cui saremo costretti se la soppressione dell’art. 35 del T.U. sull’immigrazione venisse votata. Il sistema sanitario coinvolto nella gestione del controllo, sui corpi, sulla vita, costretto a discriminare, interdetto nel seguire il giuramento d’Ippocrate ed il codice deontologico.

Il presidio organizzato ha visto partecipi quasi un centinaio tra attivisti, medici, operatori sanitari, migranti, volontari di Emergency,

Nonostante il divieto di volantinare che vige in tutto il territorio comunale di Conegliano (altra norma liberticida), non si è quindi fatta attendere la risposta a quanto accaduto pochi giorni fa.

L’Uls locale, dopo l’espulsione, ha diramato un comunicato in cui si afferma che tutto si è svolto secondo le regole, nonostante il divieto di segnalazione (previsto dall’art. 35 del T.U.) sia ancora in vigore. La giovane infatti sarebbe stata segnalata perchè tentennante nel farsi identificare.
Ma come non vedere nel rifiuto di fornire le generalità, nei suoi tentennamenti, la paura, il timore di essere segnalata, dopo la retorica e i proclami di questi ultimi mesi?

Non è certo un caso isolato questo. Questa legge è tanto spietata da aver già prodotto le sue prime vittime. E’ successo in Puglia con la morte di Joy, una ragazza nigeriana di 24 anni, stremata da una malattia non curata per il timore di recarsi in Ospedale. E per chi invece supera la paura nell’intento di salvare la sua vita, ci sono lo “stigma” e l’espulsione ad incombere. E’ successo a Napoli dove Kante, una giovane ivoriana, si è vista strappare il figlio neonato per alcune ore perché irregolare, è successo a Brescia con l’espulsione di un giovane senegalese e poi anche qui a Conegliano.

Ma non sono questi gli unici effetti di questa legge.
Le altre vittime, sono le migliaia di migranti che per timore della segnalazione già da alcuni mesi non si fanno curare (l’accesso alle strutture ha subito una drastica diminuzione nei primi mesi del 2009). Siamo tutti noi, costretti da una legge ingiusta e disumana che mina la nostra sicurezza, la salute pubblica a correre enormi rischi.

Ai medici è chiesto di essere complici del controllo attraverso il timore e la minaccia, del governo sulla vita e la malattia, di esercitare anche loro, come la legge, la discriminazione verso chi ha impresso sulla sua pelle, lo “stigma ufficiale”. Irregolari: segnalati non per ciò che si fa, ma per quello che si è, per il semplice fatto di esistere.

Tutto questo parla il linguaggio della barbarie, dell’esclusione, del razzismo. Un generale arretramento della nostra società. Un regalo della politica che, incapace di rispondere alla crisi, vorrebbe scaricarne sui migranti il prezzo, facendoci tornare indietro, riportandoci ad un medioevo dei diritti e delle libertà.

Proprio poche ore prima del presidio, è arrivata una nuova notizia sul divieto di segnalazione. La Lega Nord, indiscussa protagonista della partita contro i migranti, si è detta disponibile a rinviare la cancellazione del divieto di segnalazione in cambio del prolungamento dei tempi di detenzione nei Cie.
La vita dei migranti è usata come moneta di scambio: un provvedimento disumano come contropartita per ottenere ancora disumanità, ancora pericolo per la salute, ancora restrizioni delle libertà. Le condizioni di vita nei centri di detenzione sono questo.
Ancora una volta sulla pelle dei migranti.

Rights Now, la campagna di inform/azione contro le discriminazioni e per il diritto alla salute a cui hanno aderito l’Associazione Difesa Lavoratori di Treviso, l’Ubik Lab di Ponzano Veneto, L’Associazione Razzismo Stop di Padova e Venezia e Donne in Movimento rispondono decise: “A tutto questo diciamo no! Alla cancellazione del divieto di segnalazione, al prolungamento dei tempi di detenzione nei Cie, al razzismo, al medioevo dei diritti e delle libertà. Perché i diritti e la libertà o sono per tutti o non sono”