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Confine Grecia-Turchia. Un muro contro l’immigrazione, Evros porta orientale d’Europa.

Fotoreportage di Mauro Prandelli

Un fiume, confine naturale lungo 160 chilometri, separa la Grecia dalla Turchia, l’Europa dall’Asia. Sulle rive di questo fiume, l’Evros, che da circa il 2007 è diventata una delle vie preferenziali per l’immigrazione verso l’Europa, era prevista la costruzione di un fossato di cui sono stati consegnati i primi 15 km ad agosto 2011.

Considerato troppo dispendioso, il progetto è stato modificato in una doppia barriera di reticolato e filo spinato.

Da settembre 2011 sono susseguiti, da parte dell’Unione Europea, plausi ed approvazioni al progetto.

Dopo aver discusso a fine marzo riguardo la costruzione di nuovi centri detentivi nei pressi del confine, il governo Greco ha dato il via ai lavori per la realizzazione della recinzione il 13 aprile 2012, stimando un costo di oltre 3.000.000 di Euro totalmente a carico dello Sato Ellenico già vessato dalla pesante crisi economica.

Nel 2011 Frontex, forza militare formata e sostenuta dall’unione Europea, ha dato il via al “progetto Poseidon” teso a controllare e bloccare il flusso migratorio.

Nel 2011 circa 55.000 persone (dati Frontex) provenienti da Asia, Medio Oriente ed Africa cercano rifugio in Europa.

250 persone al giorno (dati Eulex) provano, con l’aiuto di trafficanti di uomini definiti “agenti” dai migranti, ad entrare in Grecia alla ricerca di una vita normale.

Durante il giorno si incontrano sulla strada che parte da Kastanies ed arriva ad Alexandropoli, si incontrano gruppi formati da quattro o cinque persone che camminano a passo veloce: migranti che hanno attraversato il fiume Evros in cerca di una speranza e con Atene come primo obiettivo. Alcuni si fermeranno nella capitale Ellenica, che conta una comunità migrante molto vasta, mentre altri tenteranno tramite i loro “agenti” di raggiungere altri paesi d’Europa.

Mauro Prandelli – Grecia, aprile 2012