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dal Corriere Adriatico del 28 aprile 2006

Corridonia – Il Comune parte civile contro i no global

Si è aperto ieri il processo per le mobilitazioni No Cpt del marzo 2004

Corridonia – E’ iniziato ieri davanti al giudice Luigi Reale il processo a carico dei cinque no global finiti nel mirino della magistratura per i disordini scoppiati in consiglio comunale il 3 marzo del 2004, quando all’ordine del giorno figurava l’approvazione della variante al Prg finalizzata alla realizzazione di un Centro di permanenza per immigrati clandestini in contrada Piedicolle.

Nell’ambito del procedimento il Comune ha deciso di costituirsi parte civile al fine di tutelare i propri interessi e ora chiede 10.000 euro a titolo di risarcimento. Ad assistere l’ente sarà l’avvocato Pietro Antonio Siciliano, esponente del gruppo di minoranza Corridonia Democratica, che all’epoca dei fatti non era ancora consigliere comunale. Tra l’altro, il giovane penalista, è presidente della commissione consiliare d’inchiesta istituita dalla pubblica assise per fare luce sul caso Cpt.

Un argomento, dunque, che non lo trova affatto impreparato. Sui disordini in municipio – spiega Siciliano – si sono già pronunciati il sostituto procuratore Andrea Laurino e il Gup Renato Gentile. Penso sia sacrosanto che il Comune abbia deciso di tutelarsi in quanto, a nostro avviso, è stato vittima di un reato penale. Il sindaco Alberto Emiliani, dal canto suo, si era detto fin da subito favorevole alla costituzione di parte civile. Quanto accaduto in Consiglio è intollerabile – afferma il primo cittadino -. A prescindere dalle motivazioni della protesta, la violenza non va mai giustificata. Ma i no global passano subito al contrattacco e respingono ogni accusa. Contestiamo in maniera radicale la costituzione di parte civile – commenta l’avvocato Paolo Cognini, che difende gli imputati -. Il Comune fa riferimento a danni materiali nonostante tra le imputazioni non vi sia il danneggiamento.

Ai no global vengono contestati, a vario titolo, i reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, interruzione di pubblico servizio e minacce a pubblico ufficiale. Quella dei manifestanti – continua Cognini – è stata un’iniziativa di alto valore morale e sociale. Una protesta pacifica, democratica, civile. La posizione del Comune è dettata più da un atteggiamento di vendetta politica che da ragioni di carattere giudiziario. I danneggiamenti, semmai, sono stati causati dalle forze dell’ordine, schierate in assetto antisommossa ed entrate nella sala consiliare attraverso le porte laterali. La posizione dei no global è fin troppo chiara. Quel giorno erano presenti molte persone con macchine fotografiche e videocamere. Invito chiunque abbia materiale utile alla ricostruzione dei fatti a contattarci. In sede d’indagine la Procura ha avuto a disposizione delle riprese effettuate dalla polizia: chiederemo che queste immagini vengano visionate nell’ambito del processo perché rappresentano una prova a nostro favore.

I cinque imputati, quel giorno, erano in Comune, ma non sono stati autori di alcun reato. L’avvocato Cognini, insieme a Marco Bocci, rappresentante della Comunità resistenti delle Marche, ha presenziato ieri mattina a una conferenza stampa – svoltasi a Macerata, nella sede dell’Ambasciata dei diritti – nel corso della quale i no global hanno ribadito il loro no ai Cpt. Sono dei lager per migranti. Grazie alla nostra iniziativa, a Corridonia una struttura del genere non verrà mai realizzata. Con l’interruzione del Consiglio comunale è stata tutelata la cittadinanza. La prossima udienza del processo si terrà il 30 giugno.