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Cosa sta accadendo nel CPT di Ragusa?

Comunicato del LaboratorioZeta di Palermo

Apprendiamo di donne scomparse, di donne ricoverate in ospedale con evidenti lesioni da percosse.

Apprendiamo di esposti da parte dei medici della struttura con denunce per pressioni da parte della polizia, affinchè non vengano prescritti ricoveri ospedalieri per le donne presenti nel CPT.

Di fronte alla gravità di tali fatti, rimaniamo ancora una volta allibiti dalle dichiarazioni del Questore di Ragusa, Di Fazio, e del responsabile del CPT Berretta, commissario provinciale della Croce Rossa, le cui uniche preoccupazioni sono rivolte a minimizzare fino all’inverosimile le pesante realtà all’interno della struttura detentiva,
sotto il loro diretto controllo.

Per legge, la polizia non può stare all’interno del CPT: a Ragusa non solo accade questo
ma, le testimonianze di questi giorni ci confermano il fatto, ancora più grave, che gli agenti di polizia, che occupano illegalmente l’interno del Centro piantonando le donne detenute, sono tutti di sesso maschile.

Tristemente, ci tocca ricordare – poichè tali fatti in Italia non sono ancora abbastanza noti – la sequela di tragici eventi che sono accaduti nei Centri di Permanenza Temporanea italiani: 6 morti carbonizzati al CPT Serrajno Vulpitta di Trapani; sequestri di persona, gravi maltrattamenti e torture al CPT Regina Pacis di Lecce, abusi e reati per i quali è stato indicato come
uno dei maggiori responsabili Don Cesare Lo Deserto, attualmente agli arresti domiciliari;
le violenze e i maltrattamenti nei CPT di Milano e Torino, rispettivamente i cosiddetti Corelli e Brunelleschi, dalle vie dove sono ubicati; fino ad arrivare alle deportazioni collettive effettuate verso la Libia per migliaia di uomini e donne mai identificati dal Governo italiano, uomini e donne che non sapevano di essere deportati in un paese non loro, e certamente non amico…

Il Parlamento Europeo e la Corte europea per i Diritti dell’Uomo, hanno già ampiamente condannato le politiche italiane nei confronti degli immigrati, politiche disumane, grottesche e infine ingiuste.

Dunque, se di giustizia parliamo, a coloro che sanno cosa è accaduto dentro il CPT di Ragusa, chiediamo di parlare, per non essere complici di eventi già così gravi e criminosi.

LaboratorioZeta

Palermo