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A cura di Claudio Dionesalvi - Radio Ciroma

Cosenza – Sportello Informaimmigrati intasato dalle richieste

Intervista a Merli Capulong, responsabile del servizio

Bussano a quella porta coppie dall’accento cosentino e dai colori transiberiani. Lui chiede informazioni per regolarizzare lei. Ma si recano negli uffici dell’agenzia anche sospettosi datori di lavoro, migranti disperati e sfruttati cronici.
Il servizio, offerto oggi su una sponda di quella che molti cosentini chiamano “Piazza Varsavia” in onore delle lavoranti polacche che vi si ritrovano ogni giovedì, è gestito da un’associazione formata circa venti anni fa da un gruppo di immigrati. È stata in tempi recenti la Provincia a raccogliere e sostenere l’iniziativa di realizzare uno sportello aperto al pubblico.
La signora Merli Capulong è Presidente dell’associazione e responsabile dell’agenzia.

Domanda: Capulong, in questa città, pochissimi imprenditori sinora hanno accettato di far emergere dal sommerso i propri dipendenti di nazionalità italiana. Perché adesso i “padroncini” dovrebbero regolarizzare colf e badanti straniere?

Risposta: Perché questa sanatoria, a differenza delle precedenti, nonostante alcuni aspetti poco chiari, presenta un percorso di regolarizzazione meno complicato. In passato, si richiedevano agli immigrati prove della loro presenza in Italia da un periodo di tempo stabilito. Oggi, invece, ai datori di lavoro non sono richieste informazioni sul reddito. In un certo senso l’iter appare più semplice.

D: Nel comunicato di ieri, l’Informaimmigrati faceva esplicito riferimento a “mediatori senza scrupoli”. Da tempo si sente parlare di immigrate dell’est rinchiuse nei magazzini dei quartieri degradati di Cosenza, ridotte alla condizione di pseudosequestrate. Perché le autorità non intervengono?

R: E’ un problema complesso. La verità è che in mezzo alle stesse autorità competenti esistono tante contraddizioni. Deve pensare che le colf straniere lavorano presso famiglie di ogni ordine e grado. A buon intenditor…

D: Pare che, anche nella “europea” Cosenza, alcune ragazze immigrate siano state espulse nonostante avessero denunciato di aver subito violenze. Non esiste il rischio concreto che i cosiddetti “clandestini” vivano una condizione di “non-uomini” e “non-donne”?

R: Sì, indubbiamente è vero. Ci sono immigrati che spariscono nel nulla e non se ne sa più niente. Spesso, all’interno delle stesse strutture di solidarietà esistono figure che svolgono un ruolo ambiguo e concorrono a far peggiorare la situazione. E poi espellere un immigrato è più semplice che andare a fare un’indagine su ciò che è stato denunciato dall’immigrato stesso.

D: Signora Capulong, è possibile fare una stima di quante persone sul territorio provinciale sono potenzialmente coinvolte dalla sanatoria?

R: Questa sanatoria coinvolge il triplo o forse il quadruplo delle precedenti. È difficile fare una stima, ma siamo nell’ordine delle diverse migliaia.