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da Il Piccolo (Gorizia) del 14 settembre 2004

Cpt, Gradisca non si piega alle proposte del ministro

Offerta al Comune una partecipazione diretta alla gestione della struttura alla «Polonio»

«Di fronte al fermo dissenso dimostrato, ci è stata avanzata tutta una serie di proposte ed assicurazioni, fra cui la partecipazione del Comune di Gradisca alla gestione del centro ed una richiesta su quali intenzioni abbia l’Amministrazione per i 98 mila metri quadri della caserma Polonio, non interessati dalla struttura per immigrati». Il sindaco della cittadina isontina Franco Tommasini rivela, al termine della riunione-fiume in Prefettura, come il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu abbia effettuato qualche controproposta alla comunità gradiscana, forse sorpreso dalla convinta presa di posizione degli enti locali rappresentati all’incontro col titolare del Viminale. Difficile non parlare di muro contro muro, con Tommasini deciso a fare la propria parte: «Ho ribadito senza mezze misure al ministro Pisanu che tutte le componenti cittadine sono decisamente preoccupate e contrarie a quanto potrebbe accadere sul territorio. Le proposte? – continua Tommasini – Il problema per ora non si pone, il nostro è un ’no’ intransigente. No, non si è parlato di Università ’in cambio’ del centro. Molto comunque dipenderà dalla porta che cercherà di aprire il governatore Riccardo Illy». Una fermezza, quella del primo cittadino di Gradisca, che certamente farà piacere al centinaio di manifestanti della rete di associazioni contro il Cpt. Hanno sostato per oltre tre ore sul marciapiede antistante piazza Vittoria, gridando la propria contrarietà e disturbando con pentole e campanacci il summit con Pisanu. Profetiche erano state le parole dei consiglieri regionali Metz (Verdi) e Franzil (Rc) poco prima dell’arrivo delle auto blu: «Il Ministro sappia che non vi è margine di trattativa – avevano dichiarato -. Confidiamo che i nostri amministratori locali non vorranno mercanteggiare con chi vuole istituire un lager». «Affari di Stato, segreti di Stato, Vergogna di Stato» e «Contro la sordità del governo, un grido più forte» sono stati alcuni degli striscioni esposti all’arrivo di Pisanu, che peraltro ha beffato tutti sbucando da via Rastello anzichè da via Roma. Ma al ministro i manifestanti hanno fatto recapitare – dopo estenuanti trattative con le forze dell’ordine – un documento nel quale si afferma che «rinchiudere diumanamente centinaia di persone che non hanno commesso reati è un atto di arroganza insopportabile e una chiusura tombale a rapporti istituzionali corretti nei confronti degli Enti locali».

Luigi Murciano