Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Cpt di Modena – Una lettera da Gradisca d’Isonzo

Le associazioni ed i movimenti contro il Cpt di Gradisca lanciano una giornata di mobilitazione

Scriviamo da Gradisca d’Isonzo. La città dove si trova uno dei più grandi Cpt d’Italia.
Abbiamo lottato per anni cercando di evitarne l’apertura, ci siamo opposti con tutte le nostre forze affinché la detenzione amministrativa scomparisse dal nostro territorio come da qualunque altro posto del mondo.

Meno di un mese fa abbiamo denunciato con tutta la rabbia e l’indignazione possibili la notizia di una bambina di 8 mesi gasata dai lacrimogeni della polizia sparati per spegnere nella violenza la ribellione legittima da parte dei migranti detenuti a Gradisca. In quella occasione abbiamo assistito, ancora una volta, al silenzio della politica ufficiale.

Oggi ci troviamo davanti la morte di due ragazzi che si sono suicidati dentro il Cpt di Modena, quello gestito da Giovanardi, presidente della Misericordia. In quarantotto ore due esseri umani sono stati portati a togliersi la vita da un sistema violento che produce ogni giorno precarietà esistenziale, disperazione, arbitrio, tragedie.

Queste due morti devono farci riflettere tutti. Sono la dimostrazione che anche i Cpt umanizzati del centrosinistra uccidono come e più degli altri.

Devono riflettere innanzitutto quelli della piazza del 20 di ottobre che di fatto sostengono il governo responsabile di ciò che succede oggi nelle galere etniche e nelle strade, quotidianamente, a danno di tutti i migranti. Non ci si può lavare la coscienza chiedendo l’abrogazione di una legge, la Bossi-Fini, di fatto già superata e in peggio.
Dovranno riflettere bene se, per salvare le poltrone dei partiti ‘amici’ che stanno dentro quel governo, si possa passare sopra anche a questa tragedia, come si è fatto già per la guerra.

I Cpt rimangono ancora lì, ed uccidono!

Ci rivolgiamo a tutte quelle realtà di movimento che in Italia, da Lampedusa a Gradisca, hanno lottato e resistito come noi, a quanti in questi anni si sono battuti per la chiusura di questi centri, a quanti vorranno battersi oggi dopo la fine dell’illusione del superamento.

Per anni abbiamo cercato di spostare sul piano dei diritti i nostri ragionamenti e le nostre pratiche di lotta. Abbiamo rivendicato uguaglianza, garanzie, tutela sul lavoro valide per tutti. Abbiamo cercato di legare le nostre battaglie contro la precarietà a quelle dei migranti per le loro libertà fondamentali, riconoscendoci come soggetti diversi ma parti della stessa moltitudine.

Siamo riusciti, tutti insieme, ad imporre delle pratiche, un linguaggio, delle modalità di lotta e di resistenza. Siamo riusciti a denunciare, a dire la verità sulla detenzione amministrativa in questo paese, in tutta Europa e in tutti i luoghi dove è stata esternalizzata.
Oggi, quando ormai appare chiaro che nessuno, dall’alto delle poltrone del governo farà nulla per cambiare strutturalmente le leggi razziste e chiudere le galere etniche, oggi che la retorica della sicurezza sta cercando di confondere le acque, trasformando le vittime in colpevoli, criminalizzando le lotte e le resistenze ed ogni forma di alterità e differenza, spetta a noi, dal basso, riprendere la lotta.

Da Gradisca, da questa terra di confine, vi scriviamo perchè il 9 novembre, giornata di sciopero generalizzato contro la precarietà, diventi anche un giorno di azioni, presidi, sabotaggi, sanzionamenti contro i cpt che detengono per i migranti, soggetti estremi della precarizzazione.

Vi scriviamo, perchè intorno a quella data possa riprendere parola un movimento per la chiusura dei CPT, senza se e senza ma, perchè gli effetti delle umanizzazioni li abbiamo purtroppo già visti.

In quasi ogni città d’Italia esiste un cpt. Chiudiamoli!
CPA Bari Palese, CPA Borgo Mezzanone – Foggia, CPA don Tonino Bello – Otranto, CPT C.so Brunelleschi – To, CPT Cassibile (Sr), CPT contrada S.Benedetto – AG, CPT Gradisca – GO, CPT Lamezia Terme – CZ, CPT Lampedusa, CPT Pian del Lago – Caltanissetta, CPT Ponte Galeria – Roma, CPT Regina Pacis, San Foca – LE, CPT Restinco – Brindisi, CPT San Paolo – Bari, CPT Sant’Anna – Crotone, CPT Sant’Anna – MO, CPT Serraino Vulpitta – TP, CPT Via Colajanni – Ragusa, CPT Via Corelli – MI, CPT Via Mattei – BO.

Proponiamo a tutti, infine, di ritrovarci in un’assemblea nazionale da tenersi entro novembre che diventi un luogo di rilancio del movimento che si batte per la chiusura dei Cpt e per la libertà di circolazione.

Le associazioni ed i movimenti contro il Cpt di Gradisca d’Isonzo