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dal Messaggero Veneto del 11 marzo 2008

Cpt, evidenti i segni della rivolta. Ieri sopralluogo di un deputato

Gradisca. Cannavò di Sinistra critica ha visitato la struttura: sporcizia e disordine nell’ala della protesta

«I Cpt non sono e non possono essere una realtà riformabile e parlare di una loro conversione è pura illusione. O li teniamo così come sono oggi, ovvero prigioni, anzi peggio, visto che in carcere uno ha la certezza della pena da scontare mentre qui si vive letteralmente una vita incerta, o li chiudiamo, come chiediamo noi, e affrontiamo l’immigrazione come un tema sociale». Ad affermarlo è stato il deputato Candido Cannavò, capolista per la circoscrizione regionale di Sinistra critica, che ieri pomeriggio ha visitato il Cpta di Gradisca.
Un sopralluogo che ha assunto un significato diverso rispetto alle precedenti visite alla struttura da parte di esponenti politici per tre coincidenze mai verificatesi prima. L’ispezione di Cannavò, infatti, è arrivata proprio nel giorno in cui è stato formalizzato il cambio dell’ente gestore del centro gradiscano (alle 9 di ieri il consorzio trapanese “Connecting people” è subentrato alla cooperativa Minerva di Savogna nella gestione dei servizi interni), a sole 24 ore dalla sommossa che, domenica, aveva visto protagonista una quarantina d’immigrati clandestini e, soprattutto, con un numero di ospiti (215, a fronte di una capienza massima di 248 posti, quelli dichiarati dalla Prefettura di Gorizia) nettamente superiore alle precedenti visite.
Una nuova protesta, quella inscenata domenica pomeriggio da una quarantina d’immigrati, di cui ieri erano ancora evidenti le tracce nell’ala adibita a Cpt, dove, nonostante le prime cure del personale, sporcizia e disordine la facevano ancora da padroni. Situazione ben diversa, invece, quella trovata dal deputato di Sinistra critica nell’altra ala (la prima ispezionata) del complesso di via Udine, quella adibita a Cpa (centro di prima accoglienza), praticamente deserta vista la possibilità dei richiedenti asilo di uscire giornalmente dal centro dalle 8 alle 20. Quasi due ore ininterrotte quelle che hanno visto Cannavò, accompagnato da rappresentanti della Prefettura e dai due nuovi direttori del centro, il siciliano Orazio Micalizzi e il generale Vittorio Isoldi, ex vicecomandante della Brigata Pozzuolo di Gorizia in pensione dal settembre 2006 («Per me un’esperienza nuova e stimolante. Prime impressioni? Avrei impostato la struttura in una funzione maggiormente rivolta alle attività e al tempo libero degli ospiti, al loro benessere: questo per me è l’aspetto prioritario qui, anche se per fare questo servono fondi»).
Il deputato di Sinistra critica, dopo essersi informato su questioni generali riguardanti la struttura, la sua gestione e la sua operatività, si è a lungo intrattenuto con gli ospiti della sezione adibita a Cpt, in particolare con immigrati algerini, con i quali ha dialogato in francese. Un caso, in particolare, ha colpito Cannavò: quello di tre ragazzi che si dichiaravano minorenni (due sedicenni, uno diciassettenne), la cui presenza per legge non è consentita nei Cpt. «Abbiamo sottoposto tutti e tre i soggetti in questione a esame auxologico (radiografia del polso, ndr) – hanno chiarito all’onorevole i rappresentanti della Prefettura –, che ha confermato, nonostante l’apparenza, la maggiore età».
(ma.ce.)


Operatori in stato di agitazione
Temono di perdere il posto dopo il cambio di gestione

«Stiamo cercando di confermare, cosa che fra l’altro è anche nel nostro interesse, vista l’esperienza acquisita dal personale, tutti gli operatori che erano impiegati sotto Minerva nel Cpta di Gradisca, riconoscendo agli stessi i diritti lavorativi acquisiti. La proposta di passare sotto di noi previo il primo mese di prova? Lo prevede il regolamento in questi casi, non c’è alcun “trucco”, non faremo questi giochetti». Lo ha precisato ieri il nuovo co-direttore (nominato da “Connecting people”) del centro di via Udine, Orazio Micalizzi, che ha così inteso rassicurare i 59 operatori (gran parte dei quali con contratto a tempo determinato) che temono di perdere l’impiego in virtù proprio del cambio dell’ente gestore.
Una precisazione che non è servita per tranquillizzare gli operatori, in stato di agitazione per tutta la giornata di ieri («ma abbiamo garantito ugualmente il servizio base, con cinque di noi attualmente in servizio nella struttura») e, verso le 17, presentatisi in massa nello spiazzo antistante al Cpta. «Permangono perplessità e paura – hanno riferito i portavoce del personale proprio all’uscita dal centro del deputato Cannavò –; al momento non è stato ancora raggiunto l’ accordo auspicato da noi così come dal sindacato Cisl al quale ci siamo rivolti. Noi chiediamo il diritto al “passaggio diretto”, ovvero alla conferma della nostra situazione lavorativa attuale nel passaggio sotto Connecting people, mentre, sostenendo che i tempi per applicare il criterio in questione sono già scaduti, il nuovo gestore ci propone un mese di prova e poi l’assunzione. Ci chiedono di fare un salto nel buio, di cancellare due anni di sacrifici. In questo momento non abbiamo alcuna certezza né alcuna garanzia: nessuno ci ha ancora detto se domani dobbiamo presentarci sul posto di lavoro e, eventualmente, che cosa fare».
Ieri, nel Cpta di Gradisca, hanno svolto le loro abituali mansioni soltanto quattro operatori, mentre in serata si sarebbe tenuto un nuovo incontro in Prefettura proprio alla presenza dei rappresentanti dell’ente gestore e dei portavoce degli operatori del Cpta».
(ma.ce.)