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dal Messaggero Veneto del 25 settembre 2007

Cpt, già rimpatriati 50 egiziani

Un volo speciale nella notte da Ronchi dei Legionari al Cairo ora il centro è meno affollato

Dopo la rivolta di domenica sera. Ma ne arriveranno altri 60.
Le condizioni della bimba eritrea di 8 mesi sono migliorate; è stata dimessa dall’ospedale Notevoli i danni causati dagli immigrati durante gli scontri, mentre la tesnione resta alta.

Gradisca. È stata dimessa nella mattinata di ieri, in ottime condizioni di salute, la bambina eritrea di 8 mesi che, domenica notte, era stata trasportata a titolo cautelativo all’ospedale di Gorizia nel timore che avesse respirato il gas dei lacrimogeni sparati dalle forze dell’ordine per sedare la rivolta (e il tentativo di fuga) inscenati nel Cpt di Gradisca da una cinquantina di immigrati clandestini egiziani.
«La bambina – ha precisato il primario del Pronto Soccorso goriziano, Giuseppe Giagnorio – è arrivata in ospedale in ottime condizioni e senza evidenziare alcun sintomo d’intossicazione. Dopo un primo esame è stata trasferita dal pronto Soccorso al reparto di Pediatria dove, insieme alla mamma, ha trascorso la notte in osservazione per poi essere dimessa, verificate le sue eccellenti condizioni, in mattinata». La bambina eritrea, insieme alla madre, è ospitata da qualche settimana nella sezione del centro immigrati gradiscano recentemente riconvertita a centro di prima accoglienza, dove per entrambe è già stato avanzato il procedimento per l’ottenimento dello status di rifugiate.
Il giorno dopo la terza rivolta nel giro di appena tre settimane, intanto, un comunicato della Prefettura di Gorizia ha reso noti i dettagli di quanto accaduto domenica sera. Tutto sarebbe cominciato verso le 21.50, quando una «cinquantina di clandestini egiziani trattenuti nel Cpt ha inscenato una sommossa con lo scopo, nel trambusto, di potersi allontanare dalla struttura. Al fine di evitare contatti e scontri con gli altri ospiti contrari al tentativo le forze dell’ordine hanno posto in atto un’azione di alleggerimento con il lancio di alcuni lacrimogeni che hanno dissuaso la fuga. Per ritorsione gli egiziani hanno provocato ingenti danni devastando e saccheggiando alcuni locali destinati ai servizi comuni fra cui quello della mensa, l’anti-magazzino e distruggendo i distributori automatici di bevande e generi di conforto».
«Nel corso dell’azione – si legge nella nota – tre egiziani hanno riportato leggere contusioni e abrasioni, medicati dal sanitario di turno presente al Cpt».
Nel dettaglio a essere devastati sono stati tre distributori automatici (spariti anche gli incassi) mentre nella zona-mensa i protagonisti della rivolta hanno sradicato una ventina di pannelli della contro-soffittatura. A uno dei tre egiziani feriti, che lamentava dolori a una gamba, già nella serata di domenica è stato somministrato un antidolorifico mentre ieri è stato trasportato all’ospedale di Gorizia per le radiografie che non hanno dato esito negativo. Gli altri due lamentano invece leggere abrasioni e ustioni alle mani.
Dietro le rivolte delle ultime settimane ci sono sempre clandestini egiziani, perchè la collaborazione offerta dall’Egitto all’Italia è totale e rende proprio i clandestini egiziani di più agevole identificazione (tramite il confronto di foto e impronte digitali) e, conseguentemente, «immediatamente rimpatriabili”. A confermarlo anche il fatto che proprio la cinquantina di egiziani resisi protagonisti delle rivolte delle ultime settimane sono stati rimpatriati già ieri notte con un volo speciale partito dall’areoporto di Ronchi dei Legionari e diretto al Cairo. Ma la situazione non migliorerà perchè sono in arrivo da Lampedusa altri sessanta clandestini.
Marco Ceci


Antonaz: è chiaro che la struttura va chiusa
Il sottosegretario Rosato: stiamo già diminuendo il numero degli ospiti.
Rc denuncia: disatteso l’impegno di utilizzare il complesso soltanto per i clandestini sorpresi in Friuli Venezia Giulia

«Tre tentate evasioni in meno di un mese stanno a significare che al Cpt di Gradisca siamo in piena emergenza e in una situazione che non ha eguali negli altri centri italiani. Serve quindi una decisione d’emergenza e l’unica possibile in questo momento è quella di chiudere i Cpt». Una richiesta precisa quella avanzata ieri dall’assessore regionale all’immigrazione, Roberto Antonaz.
Già nei giorni scorsi Antonaz aveva sottolineato come l’ipotesi della chiusura «non è ormai più solo la posizione della Regione, della Provincia e del Comune di Gradisca, anche i sindacati di polizia non vedono altra soluzione».
Per il segretario regionale del Prc del Fvg, Giulio Lauri, gli scontri della scorsa notte «ripropongono la necessità di chiudere la struttura e il non rispetto dell’impegno assunto dalle autorità di utilizzarlo esclusivamente per immigrati transitanti nella nostra Regione».
Il sottosegretario all’Interno, Ettore Rosato, ha affermato che «il dipartimento di pubblica sicurezza provvederà a fornire un rinforzo di agenti per questi periodi di punta di presenze mentre con la caduta delle frontiere una parte delle energie che oggi è posta a controllo dei confini potrà essere utilizzata anche per un maggior presidio del Cpt». Sul futuro della struttura Rosato ha confermato quanto già anticipato nel vertice gradiscano: «C’è una previsione di alleggerimento delle presenze di immigrati nel Cpt di Gradisca, a fronte dell’attuale incremento dovuto a una necessità di utilizzo della struttura in risposta agli sbarchi di questo periodo. Stiamo comunque già attuando un minor utilizzo dei Cpt, con il chiaro obiettivo di diminuire il numero delle persone che vi entrano».
Sul fatto che a fomentare la terza rivolta in tre settimane siano stati ancora immigrati egiziani, Rosato ha ricordato come «queste agitazioni sono promosse da cittadini di nazionalità rispetto alle quali si sta attuando una politica di rimpatri rapidi, e naturalmente cercano di evitare il rimpatrio. Questo bisogna metterlo in conto».
Immediata e polemica la replica della segreteria regionale del Coisp (coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di polizia) che in una nota precisa: «A cadenza ormai settimanale si registrano turbative dell’ordine e della sicurezza all’interno di centri come quello di Gradisca e a nulla servono le rassicurazioni di sottosegretari, prefetti, questori e assessori atte a ristabilire un dialogo con gli immigrati che non possono a questo punto che far politicamente sorridere. Basta mettere a repentaglio vite umane: questo sindacato reitera la richiesta di una chiusura di queste strutture e in attesa che ciò avvenga gli organici delle forze dell’ordine impiegate nella vigilanza dei centri devono essere cospicuamente rinforzati. Mancano ancora tre mesi alla caduta del confine italo-sloveno».
Sul “caso” del Cpt di Gradisca è intervenuto anche Angelo Alessandri, presidente federale della Lega Nord. «Da Lampedusa a Gorizia, questo è un Paese dove gli immigrati fanno quello che vogliono. L’ennesima rivolta al Cpt di Gradisca d’Isonzo è la dimostrazione che la strada del rispetto delle regole è ancora molto lunga e il Governo non facilita certo il compito».
(ma.ce.)


Cambia la Bossi-Fini. Ferrero: Fvg all’avanguardia

Inizierà oggi in commissione Affari Costituzionali l’iter di riforma della legge Bossi-Fini sull’immigrazione con la relazione di Gianclaudio Bressa (Ulivo) sulla delega al governo per la modifica della disciplina dell’ immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero e sui diversi provvedimenti presentati in materia. Lo ha reso noto il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, autore della «riforma» con il collega dell’Interno Amato Giuliano.
«In realtà – ha detto Ferrero a margine della presentazione di un libro sull’immigrazione in Friuli – la commissione ha già iniziato a lavorare la scorsa settimana con la nomina di Bressa a relatore. Da domani si entra nel vivo per quella che io auspico una rapida approvazione della nuova legge che riporti a normalità e legalità un fenomeno che con la Bossi-Fini ha perso ogni controllo».
«Non ho mai detto che la politica del governo sull’immigrazione fosse vergognosa, cosa che non penso tanto che si lavora a farla, è vergognosa la situazione in cui gli immigrati regolari sono costretti a stare» ha precisato ieri Ferrero a Torino per un incontro con i Consorzi socioassistenziali. L’altro ieri parlando dei problemi legati alla convenzione tra il governo e le Poste sui permessi aveva detto: «lo Stato italiano è in palese illegalità, sono impotente e sarei anche disposto a dimettermi se questo spostasse anche le cose». Ieri Ferrero ha ribadito: «È una situazione vergognosa che chi ha diritto a permessi a norma di legge debba aspettare 12-16 mesi, lo è per gli immigrati come lo sarebbe per i cittadini italiani. Penso che per riuscire a cambiare questa situazione sia necessario cambiare la legge Bossi-Fini che produce un mucchio di burocrazia e di lungaggini. Per questo – ha concluso il ministro – auspico che la nuova legge si possa approvare rapidamente».
A proposito di «buone pratiche» da seguire, Ferrero ha citato l’esempio della Regione Friuli Venezia Giulia, «all’avanguardia per come ha affrontato il problema immigrazione mentre da altre parti si agita solo lo spettro della paura. In Friuli – ha aggiunto – si è aperto alla partecipazione degli immigrati e si è trattata la questione in modo pragmatico, non ideologico affrontando i problemi volta per volta».
Il libro «Confini/migranti: dal percorso partecipato della legge regionale alla prima Conferenza sull’immigrazione» racconta proprio queste «buone pratiche» e come è nata la legge regionale per l’accoglienza e l’integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini stranieri immigrati. La legge è frutto di un percorso partecipato dimostrando che il dialogo tra culture non solo è possibile, ma è necessario in una società che è ormai multiculturale.


Venerdì Turigliatto al Cpt
Il senatore di Sinistra critica in visita con altri politici. «Vogliamo entrare nel centro per capire cosa sta succedendo» Metz (Verdi): non è normale che una bimba di otto mesi sia accompagnata in ospedale perchè gassata con i lacrimogeni.

La grave situazione del Cpt di Gradisca, le recenti evasioni e i disordini di domenica sera, che hanno condotto all’ospedale di Gorizia alcuni ospiti del centro (tra cui una bimba eritrea di 8 mesi) a causa dell’intossicazione provocata dal fumo dei lacrimogeni lanciati dalle forze dell’ordine per placare la sommossa, hanno indotto il gruppo di Sinistra critica regionale a organizzare una visita della struttura da parte del senatore Franco Turigliatto.
Secondo il programma, Turigliatto, già presente in regione per altri impegni, visiterà il Cpt venerdì, assieme ad altri rappresentanti politici regionali. È probabile che alla visita, di cui deve essere ancora stabilito l’orario, partecipino anche dei giornalisti di testate nazionali e regionali.
«Vista la grave situazione del centro e gli ultimi episodi che hanno visto protagonisti gli ospiti dello stesso, abbiamo deciso di verificare de visu le condizioni di vita di chi è trattenuto a Gradisca – spiega Dario Antonaz, di Sinistra democratica regionale –. Oltretutto sembra che proprio gli immigrati egiziani, che sono presenti al centro e che hanno avuto parte alla protesta, saranno reimpatriati molto velocemente (circostanza confermata anche dal sottosegretario di Stato, Ettore Rosato). Vogliamo quindi entrare nel centro prima che ciò avvenga per capire cosa sta succedendo, ma anche per verificare la reale situazione».
Al termine della visita del senatore Turigliatto, seguirà una conferenza stampa per illustrare pubblicamente l’esito dell’incontro con gli immigrati.
Alla visita con Turigliatto dovrebbe partecipare Alessandro Metz, consigliere regionale dei Verdi, il quale ieri ha detto che «non è normale, non può essere normale» che una bambina di 8 mesi venga «accompagnata all’ospedale di Gorizia perchè “gassata” con i lacrimogeni lanciati dalle forze dell’ordine durante un tentativo di fuga di alcuni stranieri detenuti nel Cpt di Gradisca d’Isonzo. Qualcuno ci rassicura che è stata dimessa, era solamente in stato confusionale, come se fosse normale, come se potesse essere normale».
Secondo Metz «questo invece sta accadendo a Gradisca, provincia di Gorizia, nel Friuli Venezia Giulia, in Italia. Durante un governo di centro-sinistra che nel proprio programma elettorale riportava il superamento dei Cpt, l’abrogazione delle leggi razziste e xenofobe del governo precedente e di conseguenza il ritorno alla normalità.
Niente di tutto questo è stato fatto, se non il superamento del numero dei Cpt e di nuovi ne sono sorti nel nostro paese».
Cristina Visintini