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Criminalità e carcere

In tema di criminalità il Dossier Statistico Immigrazione 2003 ricorda l’invito alla prudenza rivolto negli ultimi anni. Per giunta, viene ricordato come anche in alcune delle Relazioni di apertura dell’anno giudiziario 2002, la criminalità degli immigrati trova spesso le sue radici in fenomeni di emarginazione, in cui gli immigrati sono spesso costretti a vivere.
Il Dossier, comunque, ha concentrato il suo studio sui denunciati e sui detenuti stranieri. Per giungere alla conclusione che i denunciati di nazionalità extraeuropea incidono per il 17,4% sul totale nazionale, con una diminuzione di quasi tre punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione (Istat 2001).
L’ambito della criminalità straniera risulta circoscritta in alcune tipologie specifiche. Più ricorrenti sono i reati contro il patrimonio (40,2%), quelli in materia di droga (14,9%) e contro la persona (13,4%). Su queste categorie vi è una specifica ricorrenza da parte dei provenienti da una stessa area continentale: fra i nordafricani prevale la realizzazione dei reati di produzione e spaccio di stupefacenti (percentuali fra il 27% ed il 40%); fra gli esteuropei non si registra invece un significativo coinvolgimento negli illeciti di droga, quanto piuttosto nei reati contro il patrimonio e soprattutto nel furto (il 49,9% dei titoli addebitati ai croati e il 55,2% di quelli dei rumeni). Gli albanesi non risultano invece significativamente concentrati verso specifiche forme delittuose: la tipologia più frequente (anche per i senegalesi e i nigeriani) è quella dei reati di “falso” che però non raggiungono il 15,8% del relativo totale.

Dal confronto soggiornanti/denunciati è emerso che alcune nazionalità hanno un’incidenza maggiore nella graduatoria dei denunciati che fra gli stessi soggiornanti, con una sorta di “sovraesposizione” giudiziaria. I marocchini, così come sono il primo gruppo di soggiornanti stranieri in 7 regioni italiane, lo sono anche nelle rispettive graduatorie di denunciati, con percentuali “giudiziarie” ancora più elevate in Lombardia, Trentino Alto Adige e Toscana. “I dati sugli albanesi – precisa invece il Dossier – ridimensionano l’immaginario collettivo che porterebbe a pensare il contrario: in ben nove regioni la loro incidenza sui denunciati è inferiore a quella sui soggiornanti”. Per rumeni e tunisini, invece, il discorso varia molto a seconda del contesto geografico: nelle regioni del Nord, nonché in Umbria e nel Lazio, prevale l’incidenza dei denunciati, al Sud e nelle restanti realtà del Centro i soggiornanti li superano nettamente.
Va invece segnalato che alcune nazionalità dell’Asia, come i filippini e i cinesi, pur essendo ai primi posti della graduatoria nazionale degli immigrati regolarmente soggiornanti in Italia (rispettivamente al 4° e al 5° posto) non sono invece contemplate fra le prime 10 nazionalità di denunciati. Ciò sembra provare che un buon inserimento nel mercato del lavoro e una notevole attitudine alla ricezione delle dinamiche della società in cui vivono riducano sensibilmente il rischio di coinvolgimento in attività delittuose.
Stranieri in carcere: I detenuti stranieri costituiscono il 30,1% del totale nazionale (16.788 su 55.670) e risultano in leggera diminuzione (un punto e mezzo) rispetto allo scorso anno: i marocchini, pur rappresentando il 21,7% dei detenuti stranieri, riportano un calo del 3,8%. Così come per i denunciati, anche tra i detenuti a prevalere sono i nordafricani (43,6% del totale), seguiti dagli immigrati dell’Est europeo (33,6%). Tra le prime 10 nazionalità, l’unica del continente americano è la Colombia (8°, con il 2,5%).

I reati sui quali negli anni scorsi si è registrato il maggiore coinvolgimento di cittadini immigrati (quelli in materia di prostituzione e droga) sono quelle nelle quali si è verificata la flessione più consistente durante il 2002 (rispettivamente -30% e -13%). I reati in materia di droga sono scesi di oltre 10 punti percentuali dallo scorso anno e costituiscono ora il 28% dei reati commessi da stranieri, contro il 38,5% del 2001. A loro volta, i reati contro il patrimonio rappresentano la seconda categoria di più frequente addebito ai detenuti (per gli italiani sono la prima), pari al 27,4% del totale, ma sono in fase di netta crescita (erano il 19,8% del totale nel 2001).
Anche i reati in materia di prostituzione sono notevolmente diminuiti (-30%, pari a 1143 titoli); ma la matrice straniera in questa fattispecie è ancora preponderante.