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Crisi migranti: a Roma i più vulnerabili lasciati sulla strada

Comunicato stampa di Medici per i Diritti Umani

Roma, 1 giugno 2016 – Come oramai vergognosamente si ripete da diversi anni, con l’arrivo della primavera, di fronte al prevedibilissimo afflusso di migranti – giovani, donne, bambini – in fuga dal Corno D’Africa l’unica accoglienza che le istituzioni a Roma sono capaci di dare è la strada. Per poi magari intervenire tardi e male come con lo sgombero del centro Baobab dello scorso dicembre senza soluzioni alternative.
Nella giornata di ieri tantissimi migranti vulnerabili sono rimasti a dormire sull’asfalto senza alcun riparo nei pressi di Via Cupa. L’unico supporto ricevuto viene dai cittadini e dai volontari del ‪#‎Baobab‬: tende, materassi, vestiti, pasti.
I volontari e la clinica mobile di MEDU continuano ad operare prestando assistenza sanitaria nella misura in cui è possibile farlo in condizioni alloggiative ed igienico-sanitarie disastrose. Difficile è impostare terapie di fronte a persone e corpi segnati da piaghe e ferite, debilitati da mesi di detenzione e violenze nell’inferno della Libia quando non è possibile assicurare neanche una doccia e minime condizioni igieniche.
Chiediamo che chiunque sia il prossimo sindaco di Roma si impegni a fare come il sindaco di Parigi. Chiediamo che Roma e Parigi non siano gemelle solo nella cultura e nell’arte ma anche è soprattutto nell’umanità e nella civiltà. I cittadini di Roma già lo stanno facendo. Chi ha ora, e chi avrà nel prossimo futuro, responsabilità politiche a Roma ha il dovere di intervenire perché come dice il sindaco Anne Hidalgo: “Abbiamo un dovere di umanità e io tra dieci anni non vorrei trovarmi nella situazione di essere accusata per omissione di soccorso”.

Medici per i Diritti Umani

Un'organizzazione umanitaria indipendente e senza fini di lucro che nasce per iniziativa di un gruppo di medici, ostetriche e altri volontari impegnati in una missione nelle Ande ecuadoriane.
Si costituisce nel 2004 con l’obiettivo di curare e testimoniare, portare aiuto sanitario alle popolazioni più vulnerabili, e - a partire dalla pratica medica - denunciare le violazioni dei diritti umani e in particolare l’esclusione dall’accesso alle cure.