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Daki desaparecido in Marocco

Intervista all'avv. Vainer Burani

Alle ore 13 locali è atterrato l’areo sul quale viaggiava Mohamed. Le autorità italiane hanno consegnato Daki alle autorità di frontiera e da allora non si hanno più sue notizie. Nemmeno i familiari sanno dove si trova e non sono riusciti a mettersi in contatto con lui.
Il ministero dell’Interno ha affermato che “è stata eseguita ieri l’espulsione dal territorio nazionale del sospetto terrorista marocchino Mohamed Daki per motivi di sicurezza e di ordine pubblico”.Per lo stesso motivo è stato espulso anche il tunisino Mohamed Akremi Gharsellaoui.
Spiega Pisanu che “Sul conto di entrambi – sono stati accumulati e valutati scrupolosamente gravi indizi ed elementi probatori non sufficienti alla magistratura per una condanna, ma più che sufficienti al ministro dell’Interno per stabilirne la pericolosità”.

Entrambi sono stati espulsi dal ministro dell’Interno Pisanu in base alla legge 155 del 2005 sulle “misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale”. L’articolo 3 di tale legge introduce nuove norme in materia di espulsioni di stranieri per motivi di prevenzione del terrorismo. Inoltre, l’espulsione può essere decisa dal ministro o, su sua delega, dal prefetto, in base alla legge 152/1975 o per “fondati motivi” di legami col terrorismo.

Numerosi cittadini italiani e di origine straniera che vivono a Reggio Emilia, dove Daki abitava da tanti anni, si sono incontrati per discutere di questo grave accaduto e per sollevare il problema.
L’incontro si è concluso con la stesura di una lettera indirizzata al Ministro degli Interni dove si richiedono chiare risposte su dove si trovi attualmente Mohamed Daki, quali siano le sue condizioni fisiche, la sua situazione giuridica e a che titolo lo stesso sia trattenuto.
Inoltre verrà indetto in settimana un dibattito pubblico per affrontare il tema e in particolare per illustrare e discutere del Decreto Pisanu che, con la giustificazione della lotta al terrorismo internazionale, diventa pretesto per calpestare diritti.

Ascolta l’intervista

Leggi il comunicato dell’associazione Ya Basta! di Reggio Emilia e del laboratorio AQ16 di Reggio Emilia