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Dal Marocco Migreurop denuncia gli accordi di riammissione dell’Ue

Comunicato stampa della rete di associazioni che sta per riunirsi a Bouznika

Migreurop terrà il suo consiglio di amministrazione tra il 5 e il 7 marzo a Bouznika, in Marocco. Luogo geograficamente strategico, alle porte dell’Europa, il Marocco intrattiene da lungo tempo relazioni con l’Unione europea che sono notamente incentrate sulla questione delle migrazioni.
L’Unione europea e il Marocco si riuniranno il prossimo Lunedì 8 marzo a Granada, in Spagna, per discutere la negoziazione di un accordo di libero scambio invece che per confrontarsi su questioni riguardanti i diritti umani e la democrazia.
Dal 2003 sono aperte le negoziazioni ufficiali su un accordo di riammissione Ue-Marocco che però, fino a questo momento, non si è ancora concretizzato.

Migreurop vuole mettere in guardia circa il pericolo che la firma di un simile accordo durante questo prossimo summit comporterebbe. In una campagna che ha avuto avvio all’inizio del 2008, Migreurop denuncia la firma di questo tipo di accordi e chiede che siano istituite procedure trasparenti nella negoziazione e nell’applicazione degli accordi di riammissione.

Gli accordi di riammissione, qualunque forma essi assumano, hanno come diretta conseguenza “l’industrializzazione” delle espulsioni perché facilitano i rinvii e permettono di esercitare solo a fortiori un controllo circa la violazione dei diritti umani di questi migranti: molto spesso, come è noto, vengono rinviati potenziali richiedenti asilo, mentre altre persone vengono respinte in paesi che neppire sono quelli di provenienza.

L’Unione europea e il Marocco portano avanti una sorta di “do ut des” in cui la moneta di scambio sono i migranti: da parte europea, viene strumentalizzato l’aiuto allo sviluppo in cambio della riammissione dei propri nazionali, ma anche dei non nazionali, sul territorio del paese di volta in volta firmatario dell’accordo; dall’altra parte, i paesi terzi chiedono facilitazioni nella concessione dei visti, nella stipula di accordi economici, ecc., a discapito dei diritti dei migranti.

Franco Frattini, ex commissraio europeo, ha sottolineato nel 2006 come “il buon fine delle negoziazioni dipenda molta dalle ‘leve’ che vengono utilizzate, o meglio dire dalle ‘carote’ di cui la Commissione dispone, ovvero dagli stimoli sufficientemente pressanti che servono ad ottenere la cooperazioni dei paesi terzi coinvolti”(1).

La “carota” per il Marocco consiste oggi nella promessa della creazione di una zona di libero scambio con l’Ue, oltre che in una serie di investimenti massicci sul mercato marocchino. Il “bastone” sarebbe invece rappresentato dal silenzio sulle violazioni dei diritti dell’uomo: anche se l’Unione europea finge di preoccuparsi della situaione dei diritti umani in Marocco, continua nonostante ciò a negoziare la firma di un accordo di riammissione dei migranti irregolari verso quel paese che, è bene ricordarlo “(non) riconosce ancora ufficialmente i rifugiati arrivati negli ultimi anni sul suo territorio, né fornisce loro alcuna assistenza”(2).

Migreurop denuncia l’opacità e la messa ai margini della società civile nelle negoziazioni dell’accordo Ue-Marocco. Si tratta di negoziazioni che si stanno svolgendo a discapito del rispetto dei diritti fondamentali delle persone che dovranno essere riammesse.

(1) Discorso di Franco Frattini al Senato francese, marzo 2006.
(2) Documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagnano la Comiunicazione al Parlamento europeo e al Consiglio – Messa in opera della politica europea di vicinato nel 2008 – Rapport de Suivi Maroc, April 2009, page 1. Consultable sur : http://ec.europa.eu/world/enp/pdf/progress2009/sec09_520_fr.pdf