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Dal Progetto SAM una scuola multiculturale

Da un progetto sperimentale concluso con successo ad un percorso ordinario di scuola multiculturale che il Friuli Venezia Giulia dovrà intraprendere già a partire dal prossimo anno scolastico.

L’obiettivo è dichiarato, gli strumenti per raggiungerlo con la necessaria gradualità anche e – come ha spiegato l’assessore regionale all’Istruzione – sono strettamente legati alla nuova legge sull’immigrazione che, nella sua specificità, indica la strada per trasformare un problema in una grande ed unica opportunità di crescita personale e di modernizzazione di modelli conservatori, avviando così l’irreversibile processo che porterà ad una società multietnica.

Il Friuli Venezia Giulia, terra prima di emigrazione ed ora di immigrazione, non a caso può e dovrà essere considerata Regione pilota nel processo di integrazione degli stranieri che, a flussi sempre più frequenti e numerosi, approdano in Italia per rimanervi ed entrare a far parte a pieno titolo di una nuova società senza confini.

Ecco perché la conclusione del Progetto quadriennale SAM (Stranieri: Accoglienza e Mediazione), annunciata oggi al convegno udinese ‘Per una scuola senza confini: dalla teoria alle buone prassi’, è la solida base di una scuola interculturale che già quest’anno avrà a disposizione due bandi regionali rivolti agli istituti scolastici per altrettanti progetti di integrazione. Il primo è legato al numero di studenti stranieri che frequenteranno l’istituto e riguarderà interventi linguistici-culturali per favorirne l’inserimento, l’altro è mirato alla predisposizione di una didattica interculturale per tutti gli studenti.

Il progetto SAM, valutato positivamente dal responsabile politico regionale, ha coinvolto vari istituti scolastici delle quattro province, suddividendo la sperimentazione in tre gruppi. Ha particolarmente interessato la folta platea (oltre un migliaio di operatori scolastici del Fvg) il programma interscolastico di insegnamento dell’italiano come una lingua straniera, in questa maniera propedeutico alla successiva evoluzione formativa degli studenti di diversa madrelingua. Servono due anni per un’integrazione linguistica normale, è stato detto, e non meno di 5-7 anni per essere in grado di utilizzare l’italiano in studi approfonditi.

Fare sistema tra le scuole è ormai un’esigenza per giungere, attraverso un continuo scambio di informazioni, ad un piano territoriale di progettazione e programmazione di un modello condiviso di multiculturalità.

In quattro anni di sperimentazione, con i singoli istituti costretti a riqualificare i propri strumenti formativi, SAM ha così aperto le porte della pluralità linguistica, percorso fondamentale – è stato detto – per conquistare una cittadinanza attiva.

ARC/FC