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da Il Manifesto del 18 marzo 2008

Dal social forum alla gestione del cpt di Gradisca

…e l’ex generale Vittorio Isoldi è stato vicecomandante della missione in Libano. Sarà partner nella gestione del centro La coop rossa… Enghera, che fa parte del consorzio Connecting people, è nella rete del commercio equo

Gradisca
Mentre il presidente uscente della regione Friuli Venezia Giulia ribadisce nel suo programma di volerlo chiudere, il centro di detenzione di Gradisca cambia gestione. Fuori la cooperativa Minerva, dentro il consorzio Connecting People. Esce di scena dunque il presidente Adriano Ruchini che ha avuto sostanzialmente il ruolo di sdoganare la gestione dei centri da parte delle cooperative sociali, anche quelle interne alla lega delle cooperative.
Il nuovo presidente sarà Orazio Micalizzi, già a capo della cooperativa Enghera (che fa parte del consorzio Connecting People), e che segna il nuovo corso nella gestione dei centri di detenzione. Lo sottolinea Sandro Metz, consigliere regionale dei verdi uscente (sarà candidato alle politiche), e uno dei pochissimi che da quando ha aperto i battenti si è battuto perché il carcere etnico di Gradisca fosse chiuso. «Basta dare un’occhiata al sito di queste cooperative – dice – per rendersi conto che si apre una nuova fase anche nella gestione dei cpt». In effetti la homepage della coop Enghera ha in bella evidenza il logo di Altromercato e del commercio equo e solidale. «Del resto – dice ancora Metz – il presidente Micalizzi ha partecipato al quinto social forum a Porto Alegre». Insomma, «una cooperativa con le carte in regola – ironizza Metz – al di sopra di ogni sospetto». Se nel programma dell’Unione c’era scritto che bisognava arrivare al «superamento e all’umanizzazione dei cpt», ecco che la scelta del consorzio pugliese (mentre la cooperativa è siciliana) rientra in questa direzione. Connecting People gestisce anche i cpt di Trapani, Cagliari e Siracusa. Rimane oscuro il concetto di «umanizzare» una galera ma certo il dottor Micalizzi ha scelto come partner nella gestione del centro di detenzione l’ex generale Vittorio Isoldi. Da pochi mesi in pensione, Isoldi è stato vice comandante della brigata cavalleria di Pozzuolo del Friuli e più di recente vice comandante dei caschi blu italiani impegnati nella «missione di pace» in Libano. «Mi pare che questo – dice il consigliere dei verdi – sia il frutto avvelenato che ci lascia in eredità il governo Prodi. Questa maggioranza del resto ha votato le missione all’estero nascondendosi spesso dietro la foglia di fico della presenza di ong di guerra. In altre parole – aggiunge Metz – si è sdoganato anche a sinistra il fatto che la guerra produce business». Business e controllo. La guerra come possibilità di guadagno anche per quelle ong che parlano di ricostruzione ma che nei fatti diventano organiche alla guerra stessa, anzi arrivano a dipendere dall’esistenza dei conflitti per sopravvivere.
Ora a Gorizia si espliciterà la filosofia della «guerra in casa o il sociale all’estero» come la definisce Metz. «Se questo accade oggi come frutto di questi due anni di governo del centrosinistra – dice Metz – che cosa succederà domani se al governo andrà la destra, o il Partito democratico, o la destra e il Pd insieme?» Per Metz è «evidente che la storia non insegna nulla, anzi diventa bagaglio da utilizzare per peggiorare ulteriormente ciò che già era partito maluccio. Pensiamo alla legge Turco-Napolitano che ha aperto i centri di detenzione e che poi è stata peggiorata dalla Bossi-Fini».
Intanto a Gorizia qualche giorno fa c’è stata l’ennesima resistenza passiva da parte di un gruppo di migranti che sapevano di dover essere deportati. In questo caso una ventina di giovani algerini. Il centro di detenzione infatti continua a essere in piena attività. Anche in questa fase di passaggio di consegne in cui tra le altre cose i sindacati stanno valutando le condizioni poste dalla nuova cooperativa per assumere i dipendenti della Minerva. Nei giorni scorsi è stato sottoposto agli ex operatori un contratto in cui viene esplicitamente chiesto di accettare il fatto che lo stipendio verrà erogato soltanto dopo il pagamento della convenzione da parte della prefettura. Che significa anche dopo mesi, come dimostrano gli arretrati della cooperativa Minerva. La nuova cooperativa ha vinto l’appalto «al ribasso», offrendo un costo di 37 euro al giorno per «ospite».
Orsola Casagrande