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Decreto Flussi 2010/2011 – Ecco le prove del malfunzionamento

11 ore di attesa di fronte al computer per vedere accettata la richiesta dal sistema del Ministero. Ma secondo Maroni tutto si è svolto senza intoppi

“La procedura non ha avuto intoppi come qualcuno denunciava o prevedeva e questo anche grazie al potenziamento dell’intero sistema messo in atto dal ministero” così il Ministro Maroni ha riferito al Senato sollecitato dall’Aula.

Ma fin dalle prime ore in cui è stato disponibilie il sistema di compilazione si erano registrati i intoppi ed errori con difficoltà nell’inserimento dei dati e disconnessioni continue del sistema che avevano provocato non pochi problemi, in particolare ai patronati ed alle associazioni impegnate nell’attività di assistenza dei datori di lavoro.
Poi, con l’avvicinarsi del primo click day, sono iniziati ad emergere i problemi più importanti. Tra le diverse operazioni da eseguire per poter inviare la domanda c’era anche la necessità di scaricare un software (mini-client) utile a selezionare le domande ed a coordinare il momento dell’invio delle stesse. Il sito del Ministero, nelle istruzioni, indicava, tra i sistemi operativi compatibili, anche Windows 7, Mac OS e Windows Vista.
Ma una volta eseguita questa oeprazione, a poche ore dall’invio della domanda, in molti si sono visti apparire sullo schermo una serie di segnali di errore ed hanno dovuto constare quindi l’inesattezza delle istruzioni fornite.
Il sistema operativo infatti, come documentato da moltissime segnalazioni pervenute alla nostra redazione, non permetteva di aprire il miniclient essendo incompatibile la versione di Java scaricata, oppure, una volta aggustato il problema, rendeva impossibile procedere all’invio rendendo necessario eseguire preventivamente alcune operazioni.

Ma ancor più emblematica è la storia che ci è stata segnalata da un legale e che documentiamo di seguito, una tra le quattrocentomila storie che nei giorni a cavallo tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio hanno affidato il loro destino ad un click, per ottenere il tanto sperato permesso di soggiorno e con esso di liberarsi dalla condizione di irregolarità.

Come tutti, anche la famiglia protagonista di questa storia, interessata all’assunzione/regolarizzazione di una lavoratrice domestica, ha inviato la sua domanda di assunzione allo scoccare delle 8.00, in questo caso del 2 febbbraio.
Poi una lunga ed infinita attesa (documentata da fotografie scattate durante tutto l’arco della giornata).

Il sistema del Ministero infatti, per stilare la graduatoria che separa chi ce l’ha fatta da chi ancora dovrà vivere nell’ombra, tiene conto, non tanto del momento di invio, (che avviene pressoché simultaneamente da migliaia e migliaia di computers) quanto piuttosto dell’orario di ricevimento, che a sua volta viene assegnato in base a differenti variabili tra le quali il luogo di invio, la velocità del provider, il tipo di connessione di cui dispone l’utente, il traffico informatico che si registra in quel momento. Una casualità insomma da cui dipendono la speranza ed i sogni di centinaia di migliaia di persone.

Ma quello che è accaduto alla domanda dei nostri lettori ha dell’incredibile: undici ore per procedere all’invio, una giornata intera in attesa che il “cervellone” del Viminale recepisse l’istanza presentata e le assegnasse il suo casuale verdetto, come documentato dalla ricevuta allegata e dall’immagine che segue.
Il 2 febbraio, tra le altre, cose, non è neppure la giornata in cui il portale del Ministero ha registrato il maggior numero di invii (circa 60.000 a fronte delle oltre 300.000 del 31 gennaio), ed a nulla sono servitle le continue prove di connessione, i permanenti messaggi di attesa contenuti nelle “finestre” aperte dal sistema:18:49:55.101800…, questo l’orario assegnato.

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Ma oltre il danno la beffa. Il Capo del Viminale infatti, nelle sue dichiarazioni in Aula ha dichiarato che “la procedura continua in modo spedito e per poter completare tutte le istruttorie prevedo tempi rapidi”. Già in una Faq diffusa dal sito del Viminale, fornendo una risposta ad un utenete, gli esperti del Ministero dichiaravano le istanze sarebbero state definite entro i tempi previsti dalla norma. Dunque, secondo la risposta fornita dal Viminale, i circa 100.000 lavoratori che hanno avuto la fortuna di accaparrarsi la quota dovrebbero poter contare su una data di rilascio del nulla osta precedente al 10 marzo 2010 entro 40 giorni così come previsto dall’art 22, comma 4 del TU). Difficile crederlo pensando che ancora oggi sono in corso parte dei rilasci dei nulla osta richiesti nell’anno 2007, che ancora le Prefetture sono in alto mare con la definizione delle domande per i flussi del 2008, che solo ora si accingono a completare le procedura di emersione del 2009.
Verrebbe da dire….cervelloni!

Guarda la ricevuta di invio originale