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Fonte: www.osservatoriosullalegalita.org

Decreto espulsioni – Il governo lo ritira ma ci riprova con modifiche

Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, ha comunicato ieri la rinuncia del governo a portare avanti il decreto sulle esplusioni, ma si apprende che le norme saranno ripresentate con qualche modifica in tre momenti diversi.

La scelta e’ causata dalla mancanza dei tempi tecnici per l’approvazione con le odifiche richieste dal Capo dello Stato sull’aspetto di inconstrituzionalita’ dovuta alla norma omofobica contenuta nel provvedimento e che anche il ministro Clemente Mastella aveva sottolineato la necessita’ di cambiare.

Con l’approssimarsi della scadenza dei tempi tecnici per la conversione, avevano esultato le Camere Penali, oppostesi fermamente al provvedimento governatio con molteplici eccezioni di incostituzionalita’. Secondo l’UCPI, “Sebbene fossero state recepite dal Senato molte delle modifiche richieste dai penalisti, di provvedimenti sulle espulsioni del genere approvato non si sentiva alcuna necessità e il decreto era stato adottato, in una logica dilettantistica, sulla base dell’emozione di un pur gravissimo fatto di cronaca”.

“Ora – aveva osservato il segretario UCPI Renato Borzone – ci si augura che non si combinino altri “pasticci” adottando altre misure in violazione dei principi costituzionali e per giunta con lo strumento del decreto legge. Misure come quelle proposte dal Governo, recepite dalla maggioranza e ritenute blande dall’ opposizione parlamentare sono inutili, demagogiche e dannose e rischiano di detrerminare una deriva xenofoba”. “Il fine – concludeva l’UCPI – non giustifica mai i mezzi in materia di rispetto delle libertà civili: e se errare è umano, perseverare sarebbe diabolico”.

Al provvedimento si erano opposti, con rilievi analoghi, i giovani avvocati AIGA e alcune organizzazioni della societa’ civile indipendenti politicamente, come l’Osservatorio sulla legalita’ e sui diritti ONLUS. Tuttavia la maggioranza non sembra intenzionata a lasciar cadere la normativa sulle espulsioni.

“Ciò che è accaduto con il decreto sulla sicurezza è abbastanza spiacevole e indice di una difficoltà – aveva detto ieri il sen. Nicola Latorre, vicepresidente del gruppo del Pd, su Radio1 – Il governo dovrà intervenire nuovamente, con i provvedimenti che riterrà più opportuni. Tuttavia va sottolineato che questo provvedimento non riguarda tutto il pacchetto sicurezza ma solo un aspetto, quello relativo agli immigrati comunitari. La sicurezza è uno dei temi da sottrarre alle polemica politica, sia tra maggioranza e opposizione che all’interno dei due schieramenti”.

Per motivi tecnici e’ pero’ impossibile ripresentare il decreto cosi’ com’e’, dato che la Consulta ha vietato dieci anni fa la reiterazione dei decreti. Mentre l’opposizione attaccava il governo per il ritiro del decreto, quindi, il governo avrebbe deciso di scinderlo in tre parti, di cui una (potere di esplusione ai Prefetti, ma con convalida da parte del Tribunale) inserita in un nuovo decreto legge che sara’ approvato dal Consiglio dei ministri del 28 dicembre.

Questo escamotage, quindi, permettera’ anche l’eliminazione della discriminazione criticata da Napolitano. Tuttavia rischiano di restare insuperati alcuni schemi criticati da avvocati e associazioni per i diritti civili ed altri aspetti invisi alla sinistra della maggioranza di governo.

di Mauro W. Giannini