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Decreto flussi 2006 – Enorme sproporzione tra le domande di assunzione di lavoratori extracomunitari e le quote stabilite

A cura dell'Avv. Gianfranco Di Siena

Argomentando dalle parole del Vicepresidente del Consiglio, On.le Gianfranco Fini, in occasione di un incontro pubblico a Treviso, secondo cui, a fronte della enorme valanga di richieste di assunzione di lavoratori extracomunitari ( ben oltre le quote stabilite ) “ se il mondo del lavoro, Confindustria e le Camere di Commercio dicono che occorrono più lavoratori, a questa domanda ovviamente dobbiamo rispondere con i permessi “. “ Ma sono i datori di lavoro e non noi – ha concluso – a dover stabilire quante siano le richieste “ ( Ansa – Treviso 17 marzo), aggiungo alcune mie personali considerazioni come segue.

Nei giorni scorsi sono state presentate circa 500.000 domande per l’ ingresso in Italia per motivo di lavoro stagionale e non stagionale di lavoratori extracomunitari.
Tali domande di assunzione per lavoro sono adesso al vaglio delle Autorità preposte al fine:
. di accertare se il datore di lavoro ( tranne che per le badanti ) abbia la capacità economica/finanziaria di provvedere all’ assunzione
. di accertare se le condizioni di lavoro proposte siano conformi alle retribuzioni previste a sensi dei rispettivi Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e non vi sono ostacoli previsti dalla legislazione del lavoro per provvedere alla loro assunzione.

I datori di lavoro hanno assunto l’ impegno di provvedere/impegnarsi per la abitazione dei nuovi lavoratori assunti nonché l’ impegno, nei confronti dello Stato, al pagamento delle spese di viaggio per il rientro del lavoratore nel Paese di provenienza.
Poiché di tali 500.000 domande di assunzione ne verranno scelte 170.000 ( tranne 3.000 ingressi riservati per motivi di lavoro autonomo ) che siano conformi ai requisiti richiesti e che risultino spedite per prime, ne deriva che moltissimi datori di lavoro rimarranno senza la autorizzazione all’ assunzione.
Da tanto premesso, occorre fare alcune considerazioni ( con riferimento agli ingressi per motivi di lavoro stagionale e non stagionale ).
Tutti i datori di lavoro, nel momento in cui hanno presentato la domanda di assunzione, hanno valutato la convenienza economica/funzionale di tale assunzione per la loro azienda o per la propria conduzione familiare ( lavoro domestico o di assistenza alla persona ).
Se le domande di assunzione sono in regola con i criteri e parametri giuridici ed economici richiesti dal Decreto flussi 2006, ne deriva che una esclusione delle stesse comporterà per gli esclusi il mancato soddisfacimento delle proprie esigenze aziendali o familiari ( lavoro domestico o di assistenza alla persona).
A questo punto occorre valutare se l’ accoglimento di tutte le domande di assunzione spedite ed in regola con le norme del Decreto flussi 2006 ( prendiamo in considerazione quelle per lavoro subordinato e facciamo una ipotesi di 350.000 domande ), comporterebbe un grave sconvolgimento della vita economica nazionale e delle relazioni sociali
Escludiamo un grave sconvolgimento della vita economica nazionale in quanto l’ assunzione è stata richiesta da datori di lavoro che agiscono nel nostro sistema economico ed a cui hanno fatto riferimento, compresa la capacità di assorbimento, allorché hanno presentato la domanda di assunzione.

Non è ipotizzabile una minaccia per le relazioni sociali in quanto i lavoratori assunti dovranno abitare in alloggi conformi ai requisiti prescritti.
Quindi, se non vi sono pericoli per l’ economia nazionale e per la vita sociale, ne deriva che la mancata ammissione delle richieste di assunzione in regola col Decreto flussi 2006, dovuta esclusivamente a motivi “ orari “ ( non sono state presentate tra le prime ), determina un grave pregiudizio per i datori di lavoro che, ad es., avevano confidato su tale assunzione per costituire, allargare o continuare nella loro attività aziendale o per esigenze di carattere personale.( Si verrebbe, in ogni caso, a violare il precetto costituzionale secondo cui “L’ iniziativa economica privata è libera” né sussistono i limiti di cui all’ art. 41 Costituzione secondo cui “ Non può svolgersi in contrasto con l’ utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana “.

Se le considerazioni sucitate sono condivise si invitano le rappresentanze/associazioni di categoria dei datori di lavoro nonché le rappresentanze diplomatiche e consolari estere in Italia, ad attivarsi presso le Autorità italiane preposte al fenomeno immigratorio affinché venga provveduto nel senso di concedere l’ autorizzazione a tutte le domande di assunzione presentate e che sono in regola con le norme e prescrizioni di cui al Decreto Flussi 2006.

Avv. Gianfranco Di Siena
Milano