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Decreto flussi – Alcune interviste dagli uffici postali

Ecco alcune delle interviste che abbiamo realizzato di fronte agli uffici postali.
La maggior parte delle persone che si trovavano in fila ovviamente erano cittadini immigrati, ovvero quei lavoratori che – secondo la legge – dovrebbero trovarsi al loro paese ma che in realtà sono già in Italia a lavorare.

Prima intervista – Ufficio centrale delle Poste di Padova
Una signora moldava racconta che è in fila dalle 22 della sera precedente… ascolta

Seconda intervista – La rappresentante di una ditta per la terza volta consecutivamente tenta di assumere dei lavoratori romeni… ascolta

Terza intervista – Luca Bertolino dell’associazione Razzismo Stop si è recato all’ufficio postale in zona Portello dove la prima persona era arrivata alle 5 della mattina.A parte le persone straniere che cercavano di regolarizzare la propria posizione, quelle italiane facevano parte di enti o di centri fiscali ed avevano almeno una ventina di pratiche in mano ciascuno…ascolta

Quarta intervista – Claudia Vatteroni sempre dell’associazione Razzismo Stop si è recata alla posta più grande del quartiere Arcella di Padova. Alle 7.15 c’erano già diverse persone arrivate fin dalla mezzanotte. “Chi ha inventato questo meccanismo di presentazione delle domande dagli uffici postali forse pensava potesse alleggerire un minimo la pesantezza di questa specie di “roulette russa” cui gli immigrati si trovano a dover partecipare…” ascolta

Da Treviso Walter, dipendente delle Poste, racconta che non ci sono state quasi code. “Probabilmente – sottolinea – la disinformazione, ancora una volta, ha fatto il suo dovere: non è stato pubblicizzato né sui giornali locali, né in televisione quello che stava accadendo…” ascolta

Da Pisa Sergio dell’associazione Africa Insieme di Pisa segnala che secondo il meccanismo degli uffici postali ha funzionato abbastanza per quanto riguarda il problema delle file. “La nostra sensazione è che molti non sapessero che era uscito il decreto…Il meccanismo delle quote credo si commenti da sé tanto è ridicolo…” ascolta