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Decreto flussi – Una forma di accesso al lavoro ingiusta

Riflessioni e indicazioni dell’avvocato Roberto Malesani, Coordinamento Migranti Verona

Vorrei fare alcune considerazioni sull’imminente pubblicazione del decreto flussi, per l’accesso alle quote da parte dei lavoratori immigrati e sui criteri che vengono richiesti dalle Direzioni Provinciali del Lavoro (DPL) per l’ammissione delle domande.

In particolare, ci viene riferito che molte DPL chiedono, tra i documenti da allegare alla domanda, la certificazione della idoneità dell’alloggio, che può essere fatta dall’Ufficio Tecnico del Comune o dalla competente Asl, di cui dovrà usufruire il lavoratore straniero secondo i parametri della legge regionale.
Va precisato che questo è un criterio effettivamente presente nella legge Bossi Fini, come criterio generale e per la firma del contratto di soggiorno. Si tratta, quindi, di una certificazione che può essere richiesta e, in quel caso, deve essere allegata. Tuttavia, nella presentazione della domanda di accesso alle quote, non viene precisato che questa documentazione debba essere allegata in quel momento perché, in realtà, è il datore di lavoro che deve dare la garanzia dell’alloggio quindi, della sua idoneità ai parametri regionali in favore del lavoratore straniero.

Cosa succede a questo punto?
Succede che, secondo un’interpretazione che favorisca la presentazione delle domande – come prevede la legge amministrativa in via generale – basterebbe la certificazione o l’autocertificazione da parte del datore di lavoro, che il lavoratore straniero gode di un alloggio idoneo.

Il problema può presentarsi, però, se non verrà precisato – e in questo senso stiamo aspettando una circolare esplicativa del governo – se quelle domande che non siano già corredate della certificazione di idoneità, fatta dall’Asl o dal Comune, possano essere dichiarate inammissibili.

È questo il vero problema, secondo il mio punto di vista, da valutare nei prossimi giorni, che richiederebbe un chiarimento sia da parte del governo che da parte delle DPL.

Se la presentazione della domanda può essere fatta validamente solo con l’autocertificazione e, in un momento successivo, può essere verificata la idoneità dell’alloggio non ci saranno problemi, se invece alcuni non sono in grado di procurarsi la certificazione di idoneità subito, in tempi utili per presentare la domanda e questa viene dichiarata inammissibile – anche se il datore di lavoro autocertifica che l’alloggio è idoneo – ovviamente si creeranno tutta una serie di problemi che ricadranno a carico dei datori di lavoro ma soprattutto a carico degli immigrati.

Inoltre si deve tenere presente che tutte queste attività vengono svolte (ed è assurdo nasconderselo!) dagli immigrati che sono già presenti sul territorio italiano e che vogliono accedere a questa “regolarizzazione” fatta per lo più per rapporti di lavori che esistono già.

Un altro aspetto su cui vorrei spendere due parole è il problema della regolamentazione dei flussi di ingresso.
Si tratta di una forma di accesso al lavoro per i lavoratori migranti del tutto sbagliata, ingiusta e che, in realtà, crea unicamente lavoro nero e clandestinizzazione . Noi del Coordinamento Migranti e tutte le associazioni che si battono sulle questioni dell’immigrazione, chiediamo da tempo che questa norma venga abolita integralmente e che venga sostituita da un accesso al lavoro da parte del lavoratore migrante in forma diversa, ossia con un permesso di soggiorno che venga dato al lavoratore straniero che voglia entrare in Italia per ricerca di lavoro, per il periodo di un anno, in modo che il lavoratore straniero possa entrare, cercarsi un lavoro, verificare se questo lavoro gli viene corrisposto secondo le regole del diritto, in questo periodo avere la possibilità di sistemarsi e successivamente chiedere la conferma del permesso dalla situazione di provvisorietà per ricerca di lavoro, ad una situazione definitiva in cui può stipulare contratti regolari.

Ci sembra che tutta questa normativa vada riformata in questo senso e i problemi che si creano ogni anno con la presentazione delle quote sono la prova che questo sistema è sbagliato da capo a piedi .
Per i problemi sopra evidenziati, invito tutti ad essere sia solleciti nella presentazione delle domande e, in ogni caso, invito tutte le associazioni ad attivarsi presso le DPL per avere chiarimenti in merito all’ammissibilità delle domande in presenza o meno della documentazione specificata.