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Decreto permessi temporanei: una generalizzata sanatoria “sui generis”?

a cura dell'Avv. Giuseppe Onorato, Università di Sassari

In questi giorni, ed in queste ore si fa sempre più forte la possibilità (se non fosse già divenuta realtà con i pur rapidi tempi di pubblicazione di queste brevi note) di un decreto che consenta o comunque faciliti la concessione di permessi di soggiorno temporanei ai sensi dell’art. 20 del T.U. Immigrazione.
La questione non è ancora chiara nei suoi contorni ed ancor meno nei suoi contenuti, tuttavia si prospetta il rilascio di un permesso di soggiorno in particolare ai cittadini tunisini che si trovino in Italia alla data di entrata in vigore del decreto e che non abbiano precedenti penali; da alcune parti parrebbe riferirsi ai soli immigrati giunti nel nostro Paese nel corso del 2011, ove così fosse, occorrerà verificare se gli “altri” cittadini tunisini presenti in Italia in modo irregolare o clandestino, giunti nel nostro Paese già da tempo, e desiderosi di munirsi di un permesso di soggiorno fosse anche temporaneo – stanti le opportunità che un tale titolo comunque offre – potranno avvalersi di tale chance.

Ragioni di parità di trattamento dovrebbero far propendere per una estendibilità di tale procedura – o forse sarebbe meglio chiamarla “sanatoria” – anche ai tunisini che siano in Italia da qualche tempo – purché non sia incorso in reati “ordinari” -. E poi, quale norma potrebbe giustificare un trattamento differenziato e più favorevole per i tunisini a discapito, per esempio, dei libici, o degli egiziani, e così via?
Si è forse finalmente giunti ad una ipotesi di regolamentazione del flusso degli immigrati tale per cui – anche al fine di evitare stragi disumane e che gridano vendetta agli occhi di Dio nel Mare Nostrum – allo straniero che comunque giunga nel territorio italiano viene concesso una permesso di soggiorno per una durata limitata entro la quale questi ha la possibilità di reperire una regolare attività lavorativa o ricongiungersi ai propri familiari già presenti, così da potersi integrare adeguatamente nella nostra comunità, senza dover passare le traversie degli scafisti e poi della criminalità (anche organizzata) e dello sfruttamento del lavoro.

Le interessanti Note sintetiche sulla situazione del cittadino straniero privo di permesso di soggiorno in Italia a cura del collega Vassallo Paleologo pubblicate in questi giorni da MeltingPot pongono tra l’altro in evidenza quale sia la condizione dell’irregolare in Italia, una condizione quasi di “fantasma”, di eterno “insanabile”, neanche se trovasse un lavoro. Questa situazione deve cambiare; non può accettarsi che un persona, magari presente in Italia da 20 anni, sia costretta ad andare via solo perché ha perso il posto di lavoro, ovvero che una, presente da 9 anni, non possa regolarizzare la propria posizione di lavoratore edile perché non ha avuto la fortuna di lavorare come colf o badante (così beneficiando della legge 102/2009).

Allora, il prospettato decreto per i permesso temporanei potrebbe offrire gli strumenti per porre rimedio alla posizione di irregolarità di molti immigrati nel territorio nazionale portando alla luce del sole, insieme ai “nuovissimi immigrati” anche quelle persone che vivono e lavorano in Italia da anni e che, per la miopia dei nostri governi, non hanno avuto la possibilità di stabilizzare la propria posizione di soggiorno. Che sia giunta l’ora?

Avv. Giuseppe Onorato