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Rubrica: Confini e frontiere

Di una piazza, di un luogo di vita contro la violenza dei confini

Gian Andrea Franchi, Linea d’Ombra (Trieste)

Vai alla pagina dedicata ai balcani
di Linea D’Ombra ODV

Trieste, 6 novembre - Nell’ultimo mese il confine orientale ha visto catture e respingimenti di persone in transito, nell’ordine di alcune centinaia. Non possiamo sapere la percentuale e il criterio dei respingimenti rispetto alla massa delle catture.

Secondo la Ministra degli interni, non dovrebbero riguardare i richiedenti asilo, fatto che era invece accaduto, prima delle sue dichiarazioni l’8 settembre scorso e che sospettiamo stia continuando, anche sulla base delle informazioni che ci arrivano.

Continuano comunque anche gli arrivi in piazza della Libertà, con un’oscillazione che va da un massimo di cinquanta a un minimo di quattro-cinque: in media, una ventina al giorno. Sono pochi i giorni senza nuovi arrivi. Non si sono fermati anche gli arrivi in provincia di Udine, sia pure in misura minore rispetto ai mesi precedenti; e purtroppo continuano anche diffusi atteggiamenti negativi nei confronti delle persone in transito, soprattutto da parte di abitanti di piccoli comuni.

C’è anche da segnalare una forma di resistenza civica da parte di un gruppo di cittadini di Pagnacco, vicino a Udine, che stanno svolgendo un’opera di informazione corretta e cercano di avviare un dialogo sociale e attività da prendere ad esempio.

Gli atteggiamenti negativi, invece, sono raccolti ed esaltati, a Trieste, da un sito che si chiama Son Giusto (con un gioco di parole nei confronti dell’antica cattedrale cittadina di San Giusto). Questo sito sembra specializzarsi in quotidiani attacchi violenti e volgari nei nostri confronti.

La facile violenza di rete è però sfociata in un gesto pubblico significativo: la richiesta alla Questura di una manifestazione organizzata proprio il 24 ottobre scorso in piazza Libertà, la piazza della Stazione. La piazza delle persone migranti. E dove noi operiamo.

È una piazza in cui di solito non si fanno manifestazioni: l’intento provocatorio era evidentissimo. Si voleva ‘restituire alla città’ quella che era diventata la piazza dei migranti, che qualcuno, nel sito stesso, chiamava “piazza Linea d’Ombra”, che sarebbe stata in tal modo rubata al ‘corretto’ uso cittadino - uno dei leitmotiv del sito.

La Questura ha autorizzato la provocazione: un gesto grave il cui senso è da comprendere.

A Linea d’Ombra e a Strada Si.Cura, l’associazione di mediche e medici che collabora con la nostra associazione, è stato vietato di restare in piazza durante la manifestazione, pena la denuncia per manifestazione non autorizzata.

In accordo con Strada Si.Cura, abbiamo ritenuto politicamente necessario, invece, restare in piazza, come al solito, malgrado il divieto e lo abbiamo comunicato alla Questura, dopo un inutile tentativo di dialogo con la Digos.

La manifestazione fascista era indetta per le 18.30. Il 24 pomeriggio, sin da prima delle 16, la piazza era blindata da carabinieri e polizia.

Linea d’Ombra e Strada Si.Cura si sono presentate poco dopo le 15. Un po’ alla volta in piazza sono cominciati ad affluire compagni e cittadini antifascisti. Verso le 17 i dirigenti della Questura ci hanno comunicato che dovevamo uscire dalla piazza.

Abbiamo resistito, ciascuno a modo suo. Poi sono cominciati ad affluire i fascisti, fra cui elementi venuti da fuori notoriamente addestrati ad agire con violenza in situazioni di massa.

Per farla breve: sei feriti antifascisti, quattro in ospedale, con punti in testa. Dal margine della piazza, sono intervenuti picchiatori fascisti anche con lancio di oggetti contundenti.

Siamo comunque rimasti ai bordi dell’aiuola centrale, mentre i fascisti, in minor numero degli antifascisti, circondati dal muro poliziesco, eseguivano il loro squallido comizio.

Il giorno successivo in piazza c’erano numerosi compagni e si respirava un buon clima di socialità, continuato, ma in calando, anche nei giorni successivi.

Abbiamo lanciato un appello per fare di questa piazza un luogo veramente sociale, di incontro, con i migranti, fra di noi, con i cittadini, anche con quelli che hanno semplicemente voglia di capire, di discutere, di ragionare, di superare le piccole passioni tristi che oggi circolano molto più del virus.

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[ 7 novembre 2020 ]
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Photo credit: Lorena Fornasir

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