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tratto da: Peacereporter.net

Dieci cpt, nuovi di zecca

Costo: 78 milioni di euro. Giro di vite su ricongiungimenti familiari e richiedenti asilo

Un aumento dei ‘clandestini’ del 60 percento. Quindi, via libera alla costruzioni di dieci nuovi Cpt, centri di permanenza temporanea (quelli con sbarre e filo spinato). Che, nel frattempo, si sono sottoposti a una cosmesi e ora si chiamano Cie, Centri di identificazione ed espulsione. Poi, giro di vite sui ricongiungimenti familiari e sui richiedenti asilo. Roberto Maroni ha avuto l’approvazione dal Consiglio dei ministri. “Sui richiedenti asilo c’è una normativa più stringente – ha sottolineato il titolare del Viminale- visto che l’aumento degli sbarchi di immigrati riguarda soprattutto i richiedenti asilo, con oltre 14.000 domande di cui la metà accolta. C’è la necessità di provvedere a definire meglio le procedure, per evitare un abuso delle domande d’asilo come scorciatoia per rimanere in Italia”. Infatti, testuale del ministro, “il clandestino che arriva viene messo in un centro di identificazione chiuso e controllato da cui non può uscire, mentre un richiedente asilo viene messo in una struttura senza obbligo di permanenza e senza possibilità di essere controllato”.

La ricetta del ministro delle impronte digitali costerà settantotto milioni di euro in tre anni per la costruzione di nuovi cpt per gli immigrati e per l’ampliamento di quelli già esistenti.
L’obiettivo e’ aggiungere mille posti, raddoppiando quasi l’attuale ricettivita’ che e’ di 1.160.
Gli sbarchi lungo le coste nazionali, si legge nella relazione illustrativa del Viminale, “rendono urgente adeguare le strutture di trattenimento degli stranieri da espellere alle dimensioni e all’entita’ del fenomeno in atto. Per quanto concerne gli sbarchi, infatti, rispetto l’anno precedente si e’ verificato un aumento di oltre il 60 percento del numero degli stranieri clandestini arrivati sulle coste nazionali. Alla data dell’11 settembre scorso, gli stranieri sbarcati sono stati 23.604. Nel corrispondente periodo del 2007 e del 2006 erano stati rispettivamente 14.236 e 15.999”. Di qui la necessita’ di “un piano straordinario di ampliamento della ricettivita’ dei centri di identificazione ed espulsione per garantire la migliore funzionalita’ delle procedure di espulsione attraverso la costruzione di nuove strutture di trattenimento”.

L’italiano dalla sintassi contorta del ministero è tutto qui: dieci nuovi centri di detenzione, e le restrizioni di cui sopra. L’opposizione è tiepida, a dir poco ( d’altronde le responsabilità in materia iniziarono proprio dalla cosiddetta ‘Turco-Napolitano’). Immediato ilcomunicato dell’Arci: la costruzione di nuovi dieci Cie non ha alcuna giustificazione. È solo «propaganda», utile solo ad «orientare l’opinione pubblica verso la criminalizzazione degli immigrati», creando solo humus per forme di razzismo, dice Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci. «Non si capisce – dice – la motivazione di Maroni. Non è che con altri Cie ci saranno più espulsioni. Gli sbarchi sono aumentati ma i Cie non sono fatti per chi sbarca ma per chi deve essere espulso ed in attesa di identificazione. La maggior parte delle persone presenti nei Cie sono ex detenuti e in molti ci sono posti liberi». Inoltre, «la percentuale delle persone espulse tramite i centri, rintracciate irregolarmente non supera il 4 percento».

di Angelo Miotto