Al Question time di oggi pomeriggio in Parlamento, in una aula
semivuota, ad una pessima interrogazione di Sabino Pezzotta che imposta la questione dei 15.000 richiedenti asilo provenienti dalla Libia e denegati dalle commissioni territoriali, accennando solo alla
prospettiva del rimpatrio assistito e non del rilascio del permesso di
soggiorno per motivi umanitari, segue una pessima risposta del ministro Cancellieri che ribadisce la fine di qualsiasi misura di protezione umanitaria (quella rilasciata ai tunisini lo scorso anno) al 31
dicembre 2012, e rassicura l’interrogante dicendo che nel suo viaggio
in Libia (a marzo) ha posto al governo libico la questione del rinvio
in Libia di quanti sono giunti lo scorso anno da quel paese.
In attesa del verbale della seduta, al quale va data la pubblicità che merita, rimane la conferma di un parlamento imbelle nella difesa dei diritti umani, e di un ministro dell’interno che si continua a permettere di richiamare gli accordi con la Libia, che non rispetta i diritti umani
dei migranti, come dicono tutti i rapporti internazionali, al fine di
progettare forme diverse di riammissione in quel paese di richiedenti
asilo che in Italia non vuole.
E questo anche con la scusa che non ci sarebbero i soldi, ma allora dove andranno a finire i 500 ( dico cinquecento) milioni di euro che oggi ha detto avere stanziato per “chiudere” con l’emergenza nord-africa.
Alla costruzione di nuovi lager ed al finanziamento dei voli di rimpatrio, alias deportazioni di persone private dei diritti di difesa e del diritto di fare valere una richiesta di protezione umanitaria? Perchè il governo non salda subito i debiti con i comuni che hanno offerto accoglienza? Perchè non rilascia un permesso di soggiorno per motivi umanitari a persone che risiedevano in Libia da anni e che non possono essere rispedite con un diniego di protezione nel paese di origine? Ma soprattutto, perchè il ministro Cancellieri conclude ogni suo intervento facendo riferimento ai diritti fondamentali della persona, quando le sue scelte, i suoi accordi con i libici, e con gli altri governanti del nord-africa, le prassi di respingimento e di trattenimento amministrativo della sua
polizia, le decisioni delle commissioni che dovrebbero riconoscere il
diritto di asilo ne compromettono ogni giorno il riconoscimento
effettivo ai migranti?