Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Diritto di voto – Il Governo si oppone alle modifiche degli statuti comunali

Come è noto, con delibera n.105 del 27 luglio 2004, il Consiglio comunale di Genova aveva approvato un nuovo Statuto che estendeva il diritto di voto per gli immigrati non comunitari regolarmente soggiornanti, sia per quanto riguarda le elezioni del consiglio comunale e sia per quelle delle circoscrizioni.
Il Governo si è opposto a questo provvedimento e ne ha ottenuto l’annullamento con il decreto del Presidente della Repubblica datato 17 agosto 2005 (G.U. n. 205 del 3 settembre 2005) che si basa su un parere conforme del Consiglio di Stato del 6 luglio scorso.

Ciò che è curioso è che, mentre il Consiglio di Stato in data 28 luglio 2004 aveva dato un parere positivo (n. 8007) – sempre nella sezione consuntiva – in cui si ammetteva quanto meno la possibilità per gli statuti comunali di prevedere e regolamentare il voto nelle elezioni dei consigli circoscrizionali ora, invece, con questo secondo parere sembra che in questi non sia possibile dar luogo al voto da parte dei migranti.
Contro questo provvedimento il Comune di Genova ha proposto un ricorso di annullamento.
Naturalmente lo sportello Melting Pot è interessato a conoscerne gli sviluppi, considerato che è un argomento trattato da anni. Nel frattempo altri Comuni stanno percorrendo la stessa strada. Il Comune di Padova si sta attrezzando per modificare il proprio statuto, ma non si sa se è per prevedere il voto dei cittadini non comunitari per il consiglio comunale e per i consigli di circoscrizione o solo per questa seconda ipotesi. Il dibattito è alto ed è importante che rimanga tale dal momento che la questione del diritto di voto dovrà essere affrontata anche a livello parlamentare e legislativo.
Come è noto sembra un alibi quello di sostenere che è necessario modificare la Costituzione per consentire il voto ai migranti. D’altra parte ricordiamo che non è stato ritenuto necessario modificare la Costituzione quando, con una semplice legge ordinaria, si è riconosciuto e regolamentato il voto dei cittadini comunitari soggiornanti in Italia (si vedano gli artt. 17 – 22 del Trattato istituivo della Comunità europea). E’ il caso di notare che la Costituzione italiana non conosce differenze e pesi diversi tra cittadini comunitari ed extracomunitari, essendo nata nel 1948, quando non esisteva ancora l’Unione europea.