Il Terzo Rapporto Inps sugli immigrati negli archivi previdenziali
utilizza dati aggiornati alla fine del 2004, del
2005 e del 2006: un riferimento “all’indietro” dettato
dalla necessità di disporre di statistiche consolidate,
obiettivo non agevole per la complessità della raccolta e
ripulitura dei dati. Per i lavoratori di origine non comunitaria,
infatti, in ordine alla loro peculiarità, i dati “grezzi”
provengono da due distinti archivi, (l’Archivio Anagrafico
e l’Archivio delle posizioni contributive), dei quali il
primo, costituito presso l’Inps come previsto dal Testo
Unico (decreto legislativo 286/1998) e dal regolamento di
attuazione (d.p.r. 394/1999) delle norme sull’immigrazione,
prevede un aggancio con l’archivio dei “permessi di
soggiorno”, proveniente dalla Polizia, e con quello delle
denunce nominative dei rapporti di lavoro proveniente
dall’Inail. Sulla risultante di questi incroci di dati vengono
condotte alcune operazioni di razionalizzazione e di correzione
che, ovviamente, richiedono tempo, e ciò va a
discapito della tempestività delle rilevazioni.
Inoltre, il criterio di registrazione in qualità di lavoratore
immigrato non è la cittadinanza straniera ma la nascita
all’estero. In ogni caso, per comodità di esposizione, verranno
denominati “immigrati non comunitari” i lavoratori
iscritti all’Inps nati in un Paese non appartenente all’UE
nel suo assetto a 15 Stati precedente all’allargamento del
2004, tenendo però presente che tra di essi è inclusa
anche una certa quota di cittadini italiani e comunitari
nati all’estero e poi rimpatriati. Secondo lo stesso criterio,
verranno invece denominati “comunitari” i lavoratori
nati nell’UE a 15, inclusi gli italiani.
L’iscrizione in uno dei quattro archivi Inps (dipendenti
da aziende, lavoratori autonomi, lavoratori domestici,
operai agricoli) presuppone almeno un versamento contributivo
nel corso dell’anno di riferimento. È ricorrente,
soprattutto tra i lavoratori immigrati, che si inizi la carriera
assicurativa presso una gestione e poi la si continui
in un’altra: in tal caso si viene attribuiti all’archivio in cui
la contribuzione è prevalente.
Come recentemente affermato dal Presidente Antonio
Mastropasqua, in occasione della presentazione del Rapporto
annuale 2008 dell’Istituto, è rilevante”l’incremento
dei contributi versati da lavoratori stranieri regolarizzati:
ormai quasi due milioni di cittadini stranieri versano contributi
previdenziali nel nostro Paese” e “la cura posta
dall’Istituto nell’approfondire la presenza dei lavoratori
immigrati nei suoi archivi rientra nella sua tradizione di
coniugare la responsabilità istituzionale nel settore previdenziale con una forte sensibilità sociale”