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Divieto di segnalazione – Per molte regioni è un impegno. Ma in Veneto c’è chi annuncia la delazione

Il direttore dell'Agenzia Regionale Socio Sanitaria vuole la segnalazione degli irregolari

Prima la Puglia, poi la Regione Marche e ancora il Piemonte, il Lazio, la Toscana, l’Umbria, dopo il via libera del Senato all’emendamento che sopprime l’art. 35 del T.U. sull’immigrazione, in cui si specificava il divieto di segnalazione degli stranieri irregolari da parte delle strutture socio-sanitarie, moltissime regioni, nell’ambito dell’autonomia riservata in materia di sanità e grazie alla non introduzione automatica di un vero e proprio obbligo di segnalazione, hanno annunciato l’intenzione di farsi carico in proprio della drammatica situazione che le nuove disposizioni potrebbero creare.

Si annunciano decreti e circolari per inibire in ogni caso la possibilità dei medici e del personale ospedaliero di segnalare gli irregolari.

Già innumerevoli associazioni di categoria, non ultimo l’ordine dei medici, si erano pronunciate dichiarando la loro intenzione di non avvalersi della possibilità di denunciare chi, senza permesso, si fosse rivolto alle strutture.

Ma a parte la dichiarazione di intenti, il problema effettivo prodotto dalla soppressione del divieto di segnalazione è quello di costituire un deterrente, una vera e propria intimidazione verso i cosiddetti clandestini.
Senza la presenza di alcuna sicurezza, nel senso del divieto di segnalazione, nonostante l’indisponibilità annunciata dai medici, i timori e la diffidenza rischierebbero in ogni caso di allontanare la possibilità che, gli irregolari affetti da patologie più o meno gravi, vadano a curarsi.

A questo proposito vi invitiamo a scaricare il cartello da affiggere all’interno degli ambulatori riportante la scritta in diverse lingue “Io non ti denuncio”, diffuso da Emergency e Peacereporter. [Scarica il cartello ]

Di diverso avviso invece Antonio Compostella, direttore dell’Agenzia Regionale Socio Sanitaria del Veneto ente istituito proprio dal governatore Giancarlo Galan (che peraltro si è detto contrariato sulla norma approvata dal Senato) che svolge attività di consulenza, orientamento e organizzazione del settore socio sanitario della Regione Veneto.
Secondo il direttore dell’ARSS, “segnalare gli immigrati irregolari significa salvaguardare il principio di sicurezza sanitaria e vivere in una società civile, che cura il singolo e tutela la collettività”.

Ricordiamo che in ogni caso l’art. 35 del T.U sull’immigrazione è tuttora in vigore e che il ddl 733 dovrà prima essere votato dalla Camera per poi entrare eventualmente in vigore.

Neppure l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno irregolare, viste le modalità con le quali è stato introdotto, che lo configurano sì come violazione penale ma sanzionata con una multa (quindi una sanzione amministrativa), non potrebbe giustificare l’obbligo di segnalazione come invece avviene nei casi in cui i medici vengano a conoscenza di situazioni deluttose.

Nicola Grigion, Progetto Melting Pot Europa