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Dossier sull’accoglienza in Grecia dopo lo sgombero di Idomeni

La situazione nei campi governativi nei pressi di Salonicco

Campo Petra Olympus

Questo documento è stato scritto da un gruppo di volontari indipendenti e attivisti che dopo lo sgombero di Idomeni hanno deciso di raccogliere informazioni in merito alla situazione nei campi governativi nei pressi di Salonicco. Alcuni campi sono “nuovi”, altri esistevano già prima della chiusura di Idomeni. E’ difficile dare una linea generale sulla situazione, perciò abbiamo scritto qualcosa per ogni campo. La situazione nei nuovi campi è in continuo cambiamento e speriamo in miglioramento. Le informazioni sono state raccolte nella scorsa settimana e siamo consapevoli che alcune cose saranno già cambiate. Continueremo a monitorare la situazione giorno per giorno grazie anche ad alcuni contatti all’interno dei campi.
In generale possiamo dire che i bisogni sono tanti, in particolar modo: alimentari, igienico-sanitari, indumenti-beni di prima necessità e informativi. Siamo inoltre in attesa di scoprire come proseguirà l’assistenza legale in merito alla protezione internazionale nei confronti dei rifugiati.
Chiediamo a chiunque abbia informazioni di metterle a disposizione di tutti.

Porto di Salonicco

Al porto di Salonicco vivono circa 340 rifugiati, la maggior parte iracheni e siriani. Non provengono da ‪Idomeni‬ ma sono al porto da circa 2 mesi, dopo un periodo a Kavala. Come negli altri campi alcuni dormono al riparo di un capannone e altre tende sono all’esterno. La polizia non ci ha permesso di accedere al campo, ma siamo riusciti a parlare con alcuni rifugiati all’esterno. Le notizie raccolte ci raccontano una situazione relativamente positiva rispetto ad altri campi. È presente assistenza medica per alcune ore ogni giorno, acqua a sufficienza, acqua calda, internet e corrente elettrica. È presente un associazione greca che distribuisce il cibo due volte al giorno. Ci riferiscono che è scarso e non buono. Alcuni sono stati fortunati e sono riusciti a prendere un appuntamento tramite il servizio Skype presso un ufficio a Salonicco. Attendono notizie nei primi giorni giugno.

Syndos Frakapori

Al campo Syndos Frakapori, non ci è stato permesso di entrare, abbiamo perciò raccolto informazioni dai rifugiati all’esterno. Si trova nella zona industriale semivuota vicino a Salonicco. Un vero e proprio deserto di capannoni industriali abbandonati, all’interno di uno dei quali è stato allestito il campo per 800 persone di origine curda. Le tende sono state montate sia all’interno che all’esterno dell’hangar. Non è possibile utilizzare fiamme libere, né fuochi né fornelli a gas. Come organizzazione di volontariato è presente solo Save the Children, la quale sta installando fornelli elettrici e bollitori per permettere di scaldare il latte dei bambini. Per alcuni giorni è mancata l’acqua perché le cisterne presenti sono insufficienti al numero degli abitanti. Non viene data alcuna importanza alle condizioni igieniche del campo. I lavandini non scaricano l’acqua, l’immondizia non viene rimossa da giorni e questo aumenta la presenza di insetti e zanzare. I bambini sono costretti a giocare (con nulla) tra i rifiuti. Ci sono 20 bagni chimici per 800 persone. Il cibo è scarso e cattivo. L’acqua potabile viene distribuita: 3 litri al giorno per una famiglia di 7 persone. Non è presente la connessione internet e ci sono pochissime prese della corrente. Nonostante le continue lamentele dei rifugiati la polizia continua ad avanzare false promesse.

Sindos karamanli

Il campo di Sindos karamanli si trova anch’esso nella zona industriale vicino a Salonicco. I militari ci hanno permesso di entrare nel campo. Le tende sono state montate tutte all’interno dell’hangar. Non è possibile cucinare niente, né accendere fuochi, né utilizzare fornelli a gas. Il campo ospita 600 persone tra siriani e iracheni. Il servizio di pulizia è gestito dai rifugiati stessi, i quali ci riferiscono una scarsissima disponibilità di acqua. Tutti i rifugiati con cui abbiamo parlato ci hanno detto che il cibo è insufficiente e cattivo. Non c’è latte per neonati. 
Nel momento in cui eravamo lì stavano installando il Wi-Fi.

Oreocastro

Siamo riusciti ad entrare nel campo governativo di Oreocastro. Secondo quanto ci riferiscono i rifugiati intervistati il campo ha una capienza di 1500 posti. Segnaliamo però la presenza di 1580 persone al campo, e queste 80 in eccedenza non hanno accesso a nessun servizio. Non essendo registrati non ricevono né cibo né coperte né acqua. Viene infatti distribuita una sola bottiglia d’acqua a testa al giorno. Anche questo campo è diviso in un’area chiusa (hangar) e un’altra esterna. L’assistenza sanitaria è garantita solo per poche ore al giorno da un solo medico. L’acqua viene portata con delle enormi taniche, e spesso finisce lasciando il campo senza. Le docce sono poche e non ci sono aree separate per uomini e donne. E’ presente la connessione Wifi, anche se molto debole. Il sistema elettrico è insufficiente. Anche qui ci hanno segnalato la presenza di serpenti, zanzare ed insufficiente servizio di pulizia.

Kavallari – Sintex

Non siamo potuti entrare nel campo di Kavalari-Sinatex. A quanto ci riferiscono i rifugiati all’esterno nessun volontario è mai entrato nel campo, solo militari e polizia. Il campo si trova a una ventina di chilometri da Salonicco, in un area rurale. Le tende sono state montate sia all’interno che all’esterno dell’hangar e non sono sufficienti, quindi le famiglie vengono divise per concedere a tutti un “tetto” dove dormire. Le foto che ci vengono mostrate rispecchiano la situazione di tanti altri campi: nessuna attenzione alle condizioni igieniche. Ci sono circa 250 persone, la maggior parte curdi. All’interno del campo ci sono 10 bagni e 4 docce, i quali vengono puliti superficialmente ogni 2 giorni. Secondo i militari che sorvegliano il campo i rifugiati dovrebbero occuparsi della pulizia dei bagni e del campo. Tutti i rifugiati con cui abbiamo parlato ci riferiscono che il cibo non è sufficiente e non è buono, 2 volte a giorno viene distribuito un panino confezionato e a pranzo una porzione di “maccheroni” dal sapore sgradevole. L’acqua corrente non sempre funziona, mentre quella potabile viene consegnata una volta al giorno: 1 litro per persona.
L’assistenza medica consiste nella visita ogni 2 giorni di un medico militare, il cui lavoro consiste nel distribuire paracetamolo a chiunque per qualunque problema medico, inclusi bambini di appena 1 anno di età. I rifugiati ci riferiscono di alcuni casi di diabete, ipotensione e donne in stato di gravidanza. Oltre all’alimentazione insufficiente e all’assenza di personale sanitario ci riferiscono che l’ambulanza impiega diverse ore per arrivare al campo.
Non è presente connessione internet e le prese della corrente non sono sufficienti.
I rifugiati provano a chiedere spiegazioni ai militari presenti, la risposta: “non posso promettere, ma forse tra 3 mesi verrete spostati in un altro campo”.

Kalahori

Il campo di Kalahori si trova nella zona industriale di Salonicco, vicino ai campi di Sindos (Frakapori e karamanli). Anche in questo campo alcune tende sono posizionate all’interno di un hangar e altre all’esterno. Alcune di esse non hanno il pavimento e non sono attrezzate per affrontare eventuali intemperie. Il campo è pulito e ospita circa 400 curdi. I rifugiati ci hanno riferito che l’acqua viene erogata dalla mattina fino all’una del pomeriggio. Noi abbiamo verificato che nel pomeriggio non c’era acqua. In ogni caso non c’è acqua calda. Eravamo presenti alla distribuzione della cena, la quale consiste in un sandwich confezionato e un succo di frutta. Tutti i rifugiati con cui abbiamo parlato ci hanno riferito che il cibo è insufficiente. Save the Children è autorizzata a portare sostegno ai bambini, forniscono la possibilità di scaldare il latte e viveri. Ci sono alcune prese della corrente, ma nessuna connessione wifi.
I militari ci hanno garantito la possibilità di portare aiuto.

Softex

Il campo di Softex si trova nella zona industriale di Salonicco. Siamo riusciti ad accedere al campo brevemente e la maggior parte delle informazioni provengono dai rifugiati stessi. Sono presenti 1100 persone, la maggior parte di origine araba e circa 40 di origine curda. Molte tende sono ancora vuote. Ci sono 58 bagni chimici e durante la nostra ultima visita stavano installando alcune docce. L’acqua potabile è disponibile sono in bottiglia. Durante la nostra visita era presente la Croce rossa internazionale, ma a quanto ci riferiscono resta al campo solo per alcune ore durante il giorno. Anche qui è presente Save the Children insieme a Intervolve e alcuni volontari che distribuiscono cibo.
Non è presente connessione internet e nessuno ha ancora ricevuto notizie in merito alla richiesta di protezione internazionale.

Petra Olympus

Il campo è situato a una cinquantina di chilometri da Salonicco, in una zona collinare poco abitata e molto isolata. Ospita circa 1100 Yazidi, alcuni provenienti da Idomeni. Tutte le tende sono posizionate all’aperto. Non c’è acqua calda, il cibo è sufficiente ma è lo stesso degli altri campi. Ci sono pochissime docce e pochissimi bagni. C’è un servizio di pulizia ma è assolutamente insufficiente. Ci sono all’interno del campo 100 casi di scabbia che fanno intendere una scarsissima condizione igienica. L’accesso al campo è impedito a volontari indipendenti (noi siamo entrati da un ingresso secondario). Le uniche Ong che operano all’interno del campo sono Cyci e Adra (che fornisce supporto medico e psicologico). C’è il Wi-Fi all’interno del campo.

Piera (camping)

Il campo è all’interno di un campeggio sul mare a una cinquantina di chilometri da Salonicco. Nel campo sono presenti circa 300 persone (di cui 150 bambini) tra siriani e iracheni, alcuni di loro provenienti da Idomeni. Il campo è pulito, c’è sempre acqua, il cibo è sufficiente.
Ci hanno riferito che da un mese circa viene impedito l’accesso al campo a volontari. Per questo motivo mancano medicine, carta igienica, prodotti per l’igiene e per i bambini. I rifugiati hanno protestato tre volte in questo mese ma nulla è cambiato. Sono molto preoccupati perché a breve inizierà il Ramadan. La polizia sta comunque dicendo ai rifugiati che presto verranno spostati. Il presidio medico è insufficiente: un medico è presente al campo solo tre volte la settimana. C’è il Wi-Fi all’interno del campo.

Piera (hotel)

Il campo è all’interno di un hotel situato a una cinquantina di chilometri da Salonicco, molto vicino al mare. Ospita 200 afgani, alcuni provenienti da Idomeni. Le condizioni del campo sono migliori rispetto ad altri. Il campo è gestito sia dai proprietari dell’hotel che dai volontari di Praxis e Unhcr. Nel campo c’è una scuola gestita da volontari e donne rifugiate. I volontari ci hanno riferito che probabilmente tutti i rifugiati verranno spostati in un altro campo a breve. La sicurezza del campo è affidata allo staff dell’hotel. Non c’è presenza di polizia o esercito. È anche presente il Wi-Fi.

Gianitsa

Non siamo potuti entrare nel campo di Gianitsa perché sorvegliato anch’esso dall’esercito. I rifugiati, fuori dal campo, ci hanno detto che non possono entrare né volontari né giornalisti. Il campo si trova a una quarantina di chilometri da Salonicco. Ci sono circa 500 persone tra siriani e iracheni. Nessuno di loro viene da Idomeni. All’interno del campo ci sono una ventina di bagni. I rifugiati con cui abbiamo parlato ci riferiscono che il mese scorso hanno trovato vermi nel cibo. Dopo aver chiesto spiegazioni la situazione è cambiata e ci raccontano di un miglioramento sia nella qualità che nella quantità del cibo. L’acqua è insufficiente.
L’assistenza medica è garantita da un medico che è presente al campo solo la mattina.
E’ presente la connessione internet e l’attività sociale è migliore grazie alla presenza di una scuola gestita da alcuni volontari.

Diavata

Il campo ospita circa 2000 persone tra siriani e palestinesi. L’accesso non è permesso ai volontari senza autorizzazione. Siamo comunque riusciti ad entrare nel campo attraverso un altro accesso. Le informazioni sono state raccolte da 2 famiglie siriane e una palestinese. Le tende sono molto spaziose e ogni famiglia ha la propria. L’assistenza medica è garantita da 2 medici presenti solo alcune ore al giorno. Il cibo è, come negli altri campi, distribuito 3 volte al giorno e di qualità e quantità scarsa. Sono presenti bagni chimici e docce non sempre funzionanti. E’ possibile cucinare utilizzando fornelli a gas, ma non vengono fornite pentole né posate.

Derveni

Il campo di Derveni è situato nella zona industriale a nord di Salonicco. Ospita 800 rifugiati di origine curda. L’accesso al campo ci è stato vietato dai militari presenti all’ingresso. Le informazioni raccolte provengono da colloqui con i rifugiati incontrati all’esterno del campo. Nei primi giorni il cibo non era sufficiente e cattivo, ora è migliorato leggermente grazie ad una associazione di volontari che distribuiscono alimenti freschi. Possono accendere fuochi e utilizzare fornelli elettrici, ma nessuno fornisce loro legna o gas. L’acqua potabile è garantita dall’esercito in quantità sufficiente. I servizi igienici e di pulizia vengono garantiti saltuariamente.
Ci riferiscono che le tende non sono sufficienti ad ospitare tutti, alcune famiglie devono condividere la tenda e alcuni padri dormono all’addiaccio.
Non è presente la connessione internet, mentre le prese della corrente sono sufficienti.
L’assistenza medica è garantita solo per poche ore al giorno da un servizio di paramedici.

Vagioxori

Il campo è situato ad est di Salonicco in un area rurale. Ospita al momento circa 40 persone: 2 famiglie siriane di origine curda e altre provenienti dall’Afghanistan. Ha una capienza totale di 500 persone. I militari all’ingresso ci hanno permesso di entrare liberamente e secondo i rifugiati siriani sono molto disponibili. Abbiamo notato una differenza di opinione tra le diverse nazionalità, i siriani riferiscono di stare bene, mentre gli afgani vorrebbero cambiare campo (come alcuni di loro hanno fatto). Purtroppo abbiamo parlato soprattutto con i siriani i quali ci riferiscono di ricevere lo stesso cibo come negli altri campi, 3 volte al giorno, in scarsa quantità e cattiva qualità. Hanno la possibilità di cucinare utilizzando dei fornelli a gas all’interno di una tenda dedicata. L’acqua potabile è sufficiente. Ci riferiscono che gli abitanti del paese vicino al campo sono venuti a portare cibo e acqua. Sono presenti bagni chimici e docce. Le condizioni igieniche sono più che buone. Il campo si presenta pulito. Non c’è la connessione internet, mentre in una tenda ci sono diverse prese della corrente. I siriani ci hanno riferito di aver avuto un colloquio con un militare, il quale ha detto loro che saranno tra i primi ad eseguire gli esercizi di registrazione per la protezione internazionale.

Alexandria

Il campo si trova a 50 km ad ovest di Salonicco, alloggiato in una ex base militare. Il campo esiste già da 3 mesi quindi si presenta più organizzato rispetto ai nuovi aperti a Salonicco. La maggior parte degli abitanti non sono stati ad Idomeni, solo nelle ultime settimane sono arrivati in 150 da lì. Ha una capienza di 800 persone, tutte provenienti dalla Siria, metà di origine araba e metà curda. I militari non ci hanno permesso di entrare, quindi le informazioni le abbiamo ottenute da alcuni rifugiati incontrati all’esterno. Il cibo è lo stesso degli altri campi, 3 pasti al giorno di scarsa qualità (spesso non mangiano). Non hanno la possibilità di cucinare, esclusi alcuni fornelli elettrici o bollitori per scaldare il chai. Ricevono 1 litro di acqua potabile al giorno. Ci sono 20 docce e 30 bagni chimici che vengono puliti 1 volta al giorno. Ci dicono che in questi giorni stavano installando un sistema per l’acqua calda ma che ancora non funziona. Dall’esterno si vede l’assoluta mancanza di ombra e quando piove gran parte del campo si allaga. Questo comporta una grande presenza di insetti e zanzare. L’assistenza medica è garantita per poche ore al giorno non tutti i giorni e come in tanti altri campi la principale attività consiste nel distribuire paracetamolo. Nei casi urgenti l’ambulanza impiega ore ad arrivare.
Non è presente la connessione internet. Un ragazzo con cui abbiamo parlato è forse l’unico nel campo a cui il servizio “skype” ha risposto. Dopo un primo appuntamento dove ha potuto scegliere 8 stati europei, gli hanno detto che l’avrebbero ricontattato dopo alcuni mesi. Sta aspettando.
Oltre a questo caso fortunato nessuno ha ricevuto alcuna informazione riguardo la richiesta di protezione internazionale. All’interno del campo ci sono diverse associazioni tra cui, Intersos e Foodkind. Da pochi giorni ha aperto una scuola per bambini dove insegnano inglese, greco, tedesco e arabo.

Veria

Situato in una ex base militare nei pressi di un lago. I militari vietano l’accesso ai volontari non autorizzati. Il campo ospita circa 400 persone tra siriani e iracheni, i quali alloggiano all’interno delle ex strutture militari, ogni famiglia ha la propria stanza. Sono presenti docce con acqua calda e bagni a sufficienza. Il cibo è come negli altri campi suddiviso in 3 pasti al giorno: qualità e quantità scarse. E’ presente la connessione internet e numerose prese della corrente. A quanto riferiscono i rifugiati sono in attesa di poter eseguire la richiesta di protezione internazionale. Abbiamo notato che Intersos è presente anche in questo campo.

Cherso

Il campo è situato nei pressi della città di Polikastro (circa 30 minuti in auto) in una posizione isolata nelle montagne. L’accesso al campo è permesso a chiunque. Ospita circa 3000 persone tra siriani e iracheni da circa 2 mesi. La sistemazione nelle tende è migliorata con il tempo, per esempio il pavimento è stato aggiunto solo 1 mese fa. Presidio medico garantito dalla Croce rossa internazionale (non è chiaro se è presente anche durante la notte). Il cibo è distribuito 3 volte al giorno e la qualità è scadente. L’acqua potabile è distribuita una volta giorno. Sono presenti bagni chimici e docce. Non c’è la possibilità di reperire vestiario.
E’ presente una scuola per bambini, punto ricarica telefoni e connessione internet.
Ci riferiscono una scarsa informazioni in merito alla richiesta di protezione internazionale.

Nea Kavala

Il campo è situato vicino alla città di Polikastro e ospita da 2 mesi circa 4000 persone tra siriani e iracheni (forse anche afgani). Non è permesso l’accesso ai volontari senza autorizzazione. Le informazioni sono state raccolte tramite interviste e colloqui con i rifugiati all’esterno. Sono presenti bagni chimici e docce. Il cibo è distribuito 3 volte al giorno e la qualità è scarsa. E’ presente una scuola con attività per bambini e punto ricarica telefoni. Non è stato possibile accertarsi della presenza di connessione internet. Presidio medico garantito dalla Croce rossa internazionale.
I rifugiati hanno la possibilità di raggiungere a piedi la città di Polikastro con un’ora di cammino.