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da Il Manifesto del 22 dicembre 2006

E i testimoni incastrano l’armatore Tourab

Potrebbero emergere novità nel processo di primo grado che si sta svolgendo a Siracusa contro Tourab Ahmed Sheik, l’armatore della piccola imbarcazione che fu speronata dalla nave Iohan alle prime ore del giorno di Natale del 1996. Il processo è in contumacia: Tourab, accusato di omicidio volontario, vive a Malta, dove gestisce un ristorante. Nel naufragio morirono 283 migranti asiatici diretti in Italia. Nell’udienza di ieri al tribunale di Siracusa, l’accusa ha affilato le armi. L’avvocatessa romana Simonetta Crisci ha presentato quattro nuovi testi. Due di questi sono Shahab Ahmad e Muhammad Afzal (intervistati dal manifesto il 17 dicembre), due sopravvissuti a quella tragica notte: Shahab era tra le persone caricate sulla imbarcazione affondata (la F-147). Muhammad, invece, era rimasto sulla Iohan, in attesa del «secondo passaggio», e fu tra quelli che gettarono le corde dal ponte della nave per cercare di recuperare chi era caduto in acqua. Entrambi sono convinti che lo speronamento della Iohan non sia stato un incidente, ma che il battello abbia colpito volontariamente la barca con a bordo il carico umano. Ma alla prossima udienza, fissata per il 17 gennaio, aggiungeranno un nuovo particolare: entrambi avrebbero riconosciuto Tourab come uno dei componenti dell’equipaggio della F-147.

Verrebbe smentita, dunque, la versione finora corrente, che voleva l’armatore a Malta, quella notte, intento a seguire le «manovre» da terra. «Finora i testimoni hanno sostenuto che Tourab non era sulla barca – spiega Crisci – ma questa versione non mi ha mai convinto, perché esistono diverse e coerenti testimonianze secondo le quali Tourab visitava periodicamente la Iohan, durante il viaggio, per portare alimenti e alcolici. Raggiungeva la Iohan sempre a bordo della sua F-147. Perché, dunque, proprio quella sera avrebbe dovuto mancare?». Crisci ha ottenuto una foto di Tourab, presa dal permesso di soggiorno dell’uomo – di nazionalità maltese – che nel 2003 fu arrestato in Italia sempre per questioni legate al traffico di clandestini. Sia Shahab che Muhammed hanno detto che, sì, se quell’uomo è il famoso Tourab, allora anche lui era sulla F-147. Il riconoscimento, però, non si è potuto svolgere ufficialmente ieri, perché la foto è solo una copia: l’avvocatessa ha chiesto al tribunale di acquisire dal carcere l’originale. Intanto oggi, a Catania, si svolgerà presso la Corte d’assise d’appello l’udienza del processo contro il capitano della Iohan, Youssef El Hallal, accusato di omicidio volontario. Altro processo in contumacia. L’uomo, ex ufficiale libico, vive in Francia, paese che non ha concesso la sua estradizione.