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Da Metropoli del 14 febbraio 2008

E’ in attesa del rinnovo, matrimonio rinviato

Matrimonio rimandato all’infinito, opportunità mancate di partecipare in ricerche o conferenze scientifiche internazionali, distacco forzato dalla famiglia, notti insonni, frustrazioni e stimoli zero. Il tutto a causa della burocrazia, che fino a quest’anno rifiutava alcuni diritti fondamentali dei ricercatori stranieri, se provenienti da un paese extracomunitario. La storia di A.N., studentessa indiana di dottorato giunta già al terzo anno di studio alla Sissa di Miramare, è emblematica. Il caso testimonia una situazione paradossale per la città, la cui fama ha fatto il giro del mondo negli ultimi 40 anni proprio grazie ai suoi numerosi enti di ricerca, che attirano studiosi da tutti gli angoli del pianeta e registrano il più alto numero di ricercatori in Europa (circa 37,1 per mille abitanti).

A causa di vari ritardi del sistema, la giovane, come decine di suoi colleghi di Trieste, è in attesa del rinnovo del permesso e ha in tasca solo una semplice ricevuta dell’ufficio postale in cui si attesta che la sua richiesta è stata inoltrata, ma che di fatto non dà alcuna possibilità di viaggiare con la garanzia del rientro, di partecipare ad eventuali conferenze all’estero, di tornare a casa per le feste o di programmare la vita privata. «Ho chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno per il 2008 già da luglio 2007 inviando agli uffici competenti tutti i documenti necessari, comprese due assicurazioni sanitarie con copertura fino a dicembre 2008» racconta A.N., spiegando che in genere i dottorandi rinnovano i permessi di anno in anno. Fiduciosa nelle regole, confessa che aveva già programmato il suo matrimonio nel paese di origine per il mese di gennaio di quest’anno, senza mettere in conto eventuali «ritardi» perché la prassi era in teoria molto chiara. Solo che dopo due mesi di attesa, quando la studiosa ho ottenuto l’atteso rinnovo del permesso ha scoperto che il documento scadeva a gennaio del 2008.

«L’unica spiegazione che la questura è stata in grado di fornirmi – racconta – è che gli uffici centrali a Roma avevano commesso un errore a cui non era possibile rimediare in quanto non avevano notato che l’assicurazione sanitaria era valida fino a dicembre 2008. Inoltre mi hanno detto che l’unica cosa da fare era una nuova domanda di rinnovo, cosa che ho fatto ai primi di dicembre 2007, spendendo nuovamente 80 euro di bollo – prosegue – Questa volta mi hanno risposto però di recarmi in questura per la rilevazione delle impronte digitali ad ottobre 2008, cioè 10 mesi dopo la richiesta». Prosegue la ricercatrice: «Avevo pensato di rimandare il mio matrimonio a luglio 2008 – aggiunge – ma, di nuovo, non posso e mi toccherà aspettare: non posso lasciare il paese perché devo rinnovare il permesso di soggiorno e i tempi burocratici per ottenerlo sono di circa un anno».

A.N. si sente intrappolata in Italia per proseguire gli studi solo con una ricevuta dell’ufficio postale e quindi senza permesso di soggiorno. I suoi colleghi che si trovano nella stessa situazione sperano che il contesto possa cambiare con il nuovo decreto legislativo pubblicato nell’ultima Gazzetta ufficiale che dà attuazione ad una direttiva europea sull’«Ammissione di cittadini extracomunitari a fini di ricerca scientifica», creando un nuovo «permesso per ricerca scientifica» . Nel frattempo però, non nascondo il desiderio di partire già verso altri paesi famosi per i loro centri di ricerca, con un ricordo amaro di essere stati trattati in Italia come «cittadini di seconda mano».

Gabriela Preda

Il Piccolo