Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Il progetto del fotoreporter Michele Galassi

Eating, sitting, sleeping

Un reportage sulla condizione dei rifugiati in Polonia

Pubblichiamo la presentazione del progetto di inchiesta fotografica che Michele Galassi, fotoreporter marchigiano, sta sviluppando sulla condizione dei richiedenti asilo nei paesi dell’Est Europeo: gli estratti fotografici si riferiscono al reportage nei centri per rifugiati polacchi.

Eating, sitting, sleeping

Le immagini sono state realizzate nella seconda parte dell’Agosto del 2007 a Varsavia, (Polonia) all’interno di differenti centri per “Richiedenti Asilo”. Dal 2008 la Polonia è entrata a far parte del trattato Schengen, il che vuol dire che da questa data i cittadini di questa nazione potranno muoversi liberamente all’interno del territorio dell’E.U.
Questo evento rafforza maggiormente i confini della “Fortezza Europa”, rendendo ancora più ardua la lotta dei migranti non regolari, che tentano di accedere in questo territorio, cercando una vita più sicura e dignitosa.
Mi chiedo cosa sia cambiato realmente (dopo l’entrata nello Schengen) nelle possibilità di muoversi liberamente, per le persone che ho fotografato. Per il regolamento “Dublino” gli stati membri dell’ E.U. hanno l’obbligo di raccogliere le impronte digitali di ciascun individuo di età superiore ai 14 anni, che presenti richiesta di asilo o che venga intercettato nell’atto di attraversare in maniera “illecita” una delle frontiere dell’EU. In base a questa legge, salvo situazioni particolari, un richiedente asilo, è legato al primo stato membro che possiede le sue impronte digitali, ogni volta che tenterà di raggiungere un altro stato dell’E.U. verrà rispedito nel primo stato.
Il fatto più inquietante è la mancanza di chiarezza nella politica che regola i diritti del richiedente asilo, la maggior parte delle persone sono costrette ad aspettare per anni, senza avere una risposta adeguata.
Una persona che diventa richiedente asilo, non ha il diritto di lavorare in regola, così la maggior parte di essi è costretta a sopravvivere con i 40 euro mensili, (che ricevono come richiedenti asilo) o ad escogitare metodi più o meno leciti per guadagnare qualche soldo. I giorni si consumano in questo modo: eating, sitting, sleeping.

Foto #1: Zanga proviene dal Camerun, ha deciso di lasciare il suo paese per problemi politici, è arrivata in Polonia nell’Aprile del 2007.
In Camerun ha lasciato i suoi 4 bambini, dal suo paese ha raggiunto Mosca in aereo, probabilmente servendosi di un visto falso, poi nella capitale russa è venuta in contatto con un individuo legato al traffico di esseri umani, che ha organizzato il resto del viaggio.
Da Mosca ha raggiunto il confine tra Ucraina e Polonia viaggiando all’interno di un furgone, immersa nell’oscurità dividendo il suo spazio con persone sconosciute, cibandosi solamente di un po’ di pane e acqua ricevuta dall’autista.

Foto #2: Selamawit, dall’Etiopia è arrivata in Polonia nel 2007, costretta a lasciare il suo paese per problemi politici.
Dall’Etiopia ha raggiunto Istanbul in Turchia, poi con documenti falsi ha raggiunto in aereo Varsavia.

Foto #3: Roman ha lasciato il suo paese, il Congo, nel 2005 per problemi legati alla dittatura. Dalla data del suo arrivo in Polonia, prova puntualmente ad applicare la richiesta per richiedente asilo, che puntualmente viene respinta.
In questi anni le condizioni di salute di Roman sono peggiorate, è diabetico e non riceve le cure appropriate. Passa la maggior parte del giorno in camera, oppure passeggia lentamente sopraffatto dalla stanchezza.

Foto #4: La donna ritratta in questa foto ha preferito che non scrivessi quello che stava raccontando, probabilmente ancora spaventata dalle esperienze passate.

Foto #5: Malika è scappata da Grozny (Cecenia) con i suoi 5 figli, e da qualche mese vive con loro, in una piccola stanza nel centro per richiedenti asilo di Ciolka a Varsavia.
Dal 2005 non ha più notizie del marito, un attivista che lavorava per un’associazione che tutela i diritti umani.
Come la maggior parte dei cittadini ceceni, anche i suoi familiari hanno subito violenze da parte dei militari russi. La loro casa è stata bombardata durante un’incursione dell’esercito russo, da quel giorno la figlia più piccola ritratta in questa foto in braccio alla mamma, non ha più parlato; ora la bambina ha 5 anni.

Foto #6: Srilakumar Sinnathamby viene dal nord dello Sri Lanka, fa parte di una minoranza etnica proveniente dall’India.
Circa 10 anni fa l’esercito dello Sri Lanka durante un’azione repressiva nei confronti di questa minoranza, ha bombardato la sua fabbrica. Durante questo evento lui è stato ferito e ancora oggi, a causa delle mancate cure appropriate, porta i segni evidenti alle gambe, di ustioni mai guarite.
Nel 1998 è scappato dallo Sri Lnka, prima ha raggiunto in aereo l’Ucraina, dove è venuto in contatto con dei “trafficanti”che lo hanno aiutato ad attraversare il confine.
Da quasi dieci anni è un richiedente asilo, ma la sua domanda non è stata ancora accolta.

Michele Galassi