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El Ghibli, la nuova rivista on line di letteratura della migrazione

Intervista a Gabriella Ghermandi, ideatrice e coordinatrice della rivista

El Ghibli vuol dire “Vento del deserto” e da spazio a scrittori stranieri che vivono in Italia e che vogliono porre le proprie opere all’attenzione dei lettori italiani. Si tratta della prima rivista on line di letteratura ideata e gestita da scrittori migranti.

Domanda: Quali sono le premesse da cui nasce il progetto di questa rivista?

Risposta: L’idea è nata da alcuni scrittori che desideravano potersi unire in una sorta di movimento che desse forza e consapevolezza di ciò che si stava facendo.Inizialmente avevamo preso in considerazione vari progetti, che non abbiamo comunque abbandonato, il primo dei quali è stato proprio questa rivista. E’ un progetto mirato alla fruizione di chiunque e in qualsiasi parte del mondo: El Ghibli non vuole essere la rivista di un gruppo chiuso di scrittori, ma una rivista a 360 gradi in cui vi sono spazi aperti a scrittori che non vivono solo in Italia ma in tutta Europa e che condividono l’idea di formare in futuro un progetto che li accomuni tutti con poli in vari paesi europei.

D: C’è qualcosa che accomuna questi scrittori?

R: Quello che ci accomuna è il desiderio di prendere consapevolezza di noi stessi e di ciò che stiamo facendo. Ma anche il desiderio di essere protagonisti del nostro lavoro perché è stato finora aiutato da associazioni e cattedre universitarie ma alla sua guida non ci sono mai stati gli scrittori stessi. Il desiderio è dunque di costruire qualcosa guidato da noi in prima persona.

D: Qual è a tuo avviso il peso che la parola migrazione ha nella definizione della letteratura prodotta da scrittori migranti?

R: Su questo il discorso è piuttosto contraddittorio e difficile. C’è chi la chiama letteratura di migrazione, chi invece la chiama la nuova letteratura, ognuno cerca di dare una propria definizione. Io non credo nella definizione dei generi intesi applicabile al filone della letteratura degli stranieri che scrivono in italiano, della letteratura dei gay, eccetera. Penso che la letteratura sia letteratura e basta. Di sicuro c’è una differenza tra quella che veniva considerata l’alta letteratura e quella che si sta manifestando adesso, una differenza che riguarda il contenuto e lo stile, entrambi diversi perché non siamo in presenza di una costruzione basata quasi ed esclusivamente su un canone estetico preciso come avviene nella letteratura considerata “alta”. Cito qui una scrittrice nera americana, Bel Hooks, che ha scritto sulla letteratura che non rispetta i canoni della letteratura alta ma che scrive della vita vera e propria. Il suo libro si chiama L’elogio della letteratura al margine, ovvero della letteratura di colui che sta al margine del cerchio da dove riesce a vedere tutto il cerchio grazie ad un’apertura a 360 gradi che gli fornisce una serie di potenzialità che la letteratura al centro non riesce a vedere a perché limitata nella vista.

D: Quali sono i contenuti della rivista e come sono organizzati?

R: La rivista è divisa in una serie di sezioni. Una di queste è la sezione Racconti e Poesie dove sono raccolte le opere di scrittori migranti che scrivono in lingua italiana. C’è poi una Stanza degli ospiti, pensato come spazio per il dialogo e il confronto con scrittori che non hanno vissuto l’esperienza della migrazione. In questo numero ad esempio vi è ospitata una poetessa scozzese che vive a Londra e che non ha vissuto la migrazione in un altro stato, oppure scrittori italiani che ci inviano il proprio contributo letterario. Un’altra sezione è Parole dal mondo, dedicata a scrittori che migrano in altri paesi e che scrivono in lingue diverse dall’italiano, ad esempio potremmo ospitarvi uno scrittore italiano che vive in Portogallo. Un’altra sezione è Generazione che sale, dedicata a bambini e ragazzi che vogliono scrivere sul tema del viaggio e dell’incontro – che è tra l’altro il tema della rivista – ovvero il viaggio dentro di se, il viaggio della migrazione e tutto ciò che tratta la scoperta. Questa sezione è per noi importante perché consideriamo prezioso il contatto con le nuove generazioni perché in loro sta appunto la scommessa per il futuro. Abbiamo poi uno spazio per le recensioni sulla letteratura fatta dagli scrittori stranieri, una sezione di interviste e una sezione archivio. Chiunque può partecipare inviando i propri scritti al comitato editoriale che valuta il lavoro. Non pubblichiamo qualsiasi cosa ci venga inviata, ma racconti e poesie che rispondano al nostro criterio di qualità.

D: Quanto incide il territorio della città di Bologna e dell’Emilia Romagna sulla nascita della rivista?

R: La rivista percorre tutta l’Italia perché il comitato editoriale è riconducibile ad una serie di persone che vivono a Bologna, Milano, Bergamo e Lecco. Sfruttiamo la possibilità che viene data dallo strumento del web, ovvero quella di appartenere a territori diversi. Il territorio della regione Emilia Romagna incide in modo profondo sulla nascita di El Ghibli perché è quello che ci ha sostenuto. E’ presente non attraverso la prevalenza di scrittori che provengono dall’area, ma sicuramente attraverso l’attenzione di alcuni enti come la Provincia di Bologna, di Ferrara e di Reggio Emilia che ci hanno sostenuto.