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Emergenza freddo a Falconara. Per il network “Falconara in rete”, la casa è un bene comune.

In questi giorni l’emergenza maltempo ha creato disagi e ha messo alla prova l’intera popolazione, costretta a mutare ogni abitudine quotidiana.
La neve e il ghiaccio hanno bloccato le strade, sfondato i tetti ed isolato centinaia di persone rimaste al freddo senza acqua corrente né gas.

Nella città di Falconara Marittima in provincia di Ancona, tra il mare e le colline, nella fabbrica dismessa Ex Montedison ha vissuto per mesi un gruppo di trenta cittadini rumeni, oggetto di continui attacchi mediatici e securitari posti in essere da Comune e forze dell’ordine.
Basta parlare con chiunque in città, per avvertire una irrazionale isteria tra la popolazione “civile” che non li vuole perché sporcano, perché deturpano l’immagine della città e sono pericolosi.

Da qualche mese a Falconara è di pattuglia l’esercito e l’Amministrazione Comunale ha chiuso i rubinetti della fontana della piazza centrale perché altrimenti i senzatetto la utilizzano per bere.

Grazie all’intervento delle associazioni di “Falconara in rete”, un network composto da soggettività che si battono contro l’ideologia securitaria che imperversa nella città sin dall’applicazione del pacchetto sicurezza, il Comune è stato costretto per il periodo di emergenza climatica ad accogliere il gruppo di migranti presso alcuni uffici inutilizzati della Polizia Municipale.

Da ormai una settimana i membri delle associazioni, a turno, dormono e presidiano la zona, in difesa ed accoglienza dei cittadini senzatetto.
L’Amministrazione non ha potuto fare altro che accettare le istanze provenienti dalla rete, scaricando sullo stesso volontariato l’incombenza di gestire l’accoglienza temporanea dei migranti e non curandosi dei loro diritti fondamentali che tuttavia dovrebbe tutelare.

Allo stesso tempo, il Comune sta facendo di tutto per tenere all’oscuro i cittadini di aver ceduto alle pretese delle associazioni, per ovvi motivi di campagna elettorale e consenso verso un ideologia che da anni ormai divampa in città, quella della sicurezza e del razzismo.

La gente non deve sapere che le istituzioni stanno aiutando le persone in difficoltà e che per giunta queste sono state accolte in una struttura pubblica, fornite di cibo caldo, luce e riscaldamento.
Dalla città invece si innalza un grido di solidarietà, di alternativa e di voglia di costruire una forma di accoglienza nuova, distante dall’accoglienza vincolata, dalla detenzione amministrativa e dalla clandestinità di fatto.
Le associazioni ogni giorno si stanno rendendo protagoniste di un principio forte, che si esprime nell’affermazione che la casa è un bene comune, che in quanto tale va garantito a tutti, senza distinzione di etnia, poiché funzionale all’esercizio dei diritti fondamentali e necessario affinché ogni essere umano venga considerato come una persona.

Alla fine di questa emergenza freddo, i migranti verranno sgomberati e tutto tornerà come prima, in condizioni di vita precarie all’interno di un ex fabbrica piena di amianto.

Noi non lo potremo accettare.

Restiamo umani!

Pietro – Falconara in rete

Leggete qui gli approfondimenti:

http://falkatraz.noblogs.org/post/2012/02/06/restiamo-umani-sullemergenza-freddo-a-falconara/

http://falkatraz.noblogs.org/post/2011/12/05/sul-raid-securitario-di-ieri-sera-alla-chiesa-del-rosario-di-falconara/