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Esclusi a norma di legge. CITTADINANZA chiama Senato: subito la riforma

Flash mob in diverse città. A Padova presidio sotto la Prefettura

Il 13 ottobre del 2015 la Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il disegno di legge sulla riforma della cittadinanza (ddl Ius soli) ma ad un anno di distanza il DDL 2092 è bloccato in Commissione Affari Costituzionali al Senato, a causa di numerosi rinvii e dei 7.000 emendamenti presentati principalmente dalla Lega Nord.

Nonostante il testo di riforma della legge sulla cittadinanza presenti moltissime criticità e limiti su diversi temi perché frutto di un accordo al ribasso tra PD, Scelta Civica e NCD, la sua approvazione in via definitiva al Senato potrebbe comunque rappresentare un miglioramento rispetto all’attuale legge (n.91 del 1992) obsoleta e anacronistica basata sul principio dello Ius sanguinis (la cittadinanza viene solo trasmessa dai genitori ai figli).
Ma soprattutto, crediamo, rappresenti un semplice gesto di civiltà per il nostro paese.

Stiamo parlando di 1 milione e mezzo di persone che vivono una situazione di limbo, apolidi ma non per scelta“, spiega al megafono Sara dell’Ass.ne Arising Africans che ha organizzato il flashmob sotto la Prefettura di Padova, una mobilitazione promossa a livello nazionale dalla rete #italianisenzacittadinanza (altre iniziative si sono svolte a Roma in piazza del Pantheon, Palermo, Napoli, Reggio Emilia e Bologna). Simbolicamente si è scelto di manifestare proprio ad un anno esatto dall’approvazione del testo alla Camera.

Cittadinanza chiama Senato” è lo slogan ripetuto più volte durante il presidio a cui hanno aderito alcune associazioni e collettivi (Padova Accoglie, Scuola d’italiano LiberalaParola, Fuxia Block, Bios Lab, RazzismoStop Padova, Adl Cobas, Polisportiva SanPrecario, Anteros).
Non ci sentirete usare il termine “seconda generazione” perché siamo ragazze e ragazzi nati e vissuti in Italia, che hanno questo paese come riferimento culturale e valoriale. Continuare a parlare di “seconde generazioni” è sbagliato, non è giusto” spiegano.
Interviene anche un’insegnante di una scuola elementare. “Su 200 alunni solo 4 o 5 non sono nati in Italia, è una vergogna chiamarli “alunni stranieri”. Mi auguro solo che qualcosa cambi“.

Si alternano al microfono i ragazzi di Arising Africans (un progetto nato nel Maggio 2015 con l’intenzione di riunire i giovani afro discendenti/ afroitaliani e promuovere una nuova azione congiunta). “Siamo stanchi di dover chiedere diritti a cui abbiamo diritto, siamo figli di un paese che non ci riconosce, non siamo né stranieri, né straniere“.

La Presidente della Commissione Anna Finocchiaro (PD) il 1 aprile 2016 si era impegnata con alcune associazioni che aderiscono alla Campagna “L’Italia sono anch’io” ad avviare la discussione subito dopo le elezioni di giugno, ieri il Presidente del Senato Pietro Grasso si è impegnato perché il ddl venga approvato presto, la relatrice della legge Doris Lo Moro (Pd) dice che non c’è più tempo.

Questa riforma, sbandierata come una delle priorità dal PD e dal governo Renzi rischia però ora di rimanere ancora impantanata in vista dell’appuntamento del referendum costituzionale del 4 dicembre e slittare, sempre che questo governo sia ancora in carica, al 2017.

Intanto un milione di giovani del nostro paese rimangono esclusi. A norma di legge.

Links utili:
www.arisingafricans.com
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www.litaliasonoanchio.it

Redazione

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