Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da L'Espresso on line del 19 settembre 2006

Extracomunitari, soggiorno a tempo

Massimo Calandri

Nuova possibilità dal governo per favorire chi cerca lavoro

Forse non è un caso se proprio a Genova, crocevia secolare di flussi migratori, si comincia a costruire una Italia nuova. Multicolore, tollerante, libera. I protagonisti della conferenza: «Immigrazione: analisi e prospettive nazioni ed europee», organizzata dalla Regione Liguria ed ospitata nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, hanno anticipato le prossime linee del governo in materia di stranieri. Permessi di soggiorno temporanei per gli extracomunitari che sono in cerca di un lavoro, una nuova legge sulla libertà religiosa, maggiore attenzione alle politiche abitative (case, mutui), ai diritti civili (a partire dal voto amministrativo per chi non è ancora cittadino) e a quelli sociali (scolarizzazione, assistenza sanitaria, accesso ai servizi) per i nuovi «italiani»: di questo hanno parlato Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale, ed Antonio Amato, ministro dell’Interno.
E’ stato anche un modo per riconoscere indirettamente la lungimiranza della Liguria, che giusto la settimana scorsa ha varato una legge regionale sull’immigrazione che fa proprie ed elabora queste direttive. Lo stesso Franco Frattini, vice-presidente della Commissione Europea e responsabile per la giustizia, libertà e sicurezza del Vecchio Continente, che pure avrebbe dovuto fare da contraltare, ha preso atto che l’Italia – come tutta l’Europa – ha bisogno di manodopera straniera: il rispetto delle leggi deve essere coniugato con la solidarietà, sostiene.

Non ci sarà una prossima sanatoria. «Iniziative pericolose», ha tagliato corto Frattini. Ma ci saranno, a partire da Genova, luoghi dove gli stranieri potranno professare la loro religione: «Luoghi che non devono essere ghetti, fisicamente e soprattutto culturalmente.
Stiamo pensando ad una nuova legge sulla libertà di culto, che non separi ma arricchisca», ha spiegato Ferrero. Il ministro ha poi riconosciuto l’applicazione «disastrosamente confusa» del decreto sui flussi migratori. Nel capoluogo ligure dovevano essere rilasciati 1.064 nulla osta, le domande ricevute – che potrebbero essere tutte accettate, dopo gli aggiustamenti del nuovo governo: ma quanti sono i permessi rilasciati dalla primavera scorsa? Solo settanta.
«Siamo molto in ritardo, ma la verità è che il precedente governo di destra ha fatto di tutto per inserire meccanismi farraginosi nelle procedure. Cercheremo di recuperare il tempo perduto, grazie alla collaborazione della Guardia di Finanza e dei nostri patronati».

E il voto amministrativo per gli immigrati, proposta partita proprio da Genova e poi stoppata dalla Corte Costituzionale?
«Ci piacerebbe che il governo la riprendesse in considerazione, consentendoci di dare effettivamente corso a questo diritto fondamentale», ha detto il sindaco Giuseppe Perìcu. Giuliano Amato gli ha dato ragione, così come Paolo Ferrero. Che al termine dell’intervento ha voluto incontrare, presso il Teatrino degli Zingari, i rappresentanti delle cosiddette «bande» latino-americane, protagoniste da qualche tempo a Genova di un programma di «pacificazione» ed integrazione che passa attraverso l’Università e l’amministrazione comunale.
Il ministro ha stretto la mano ad Alex Espinoza dei Latin Kings e a Gonzalo Flores dei Netas. «La seconda generazione degli immigrati è la più fragile, quella che soffre di più sul piano del lavoro e dell’identità culturale: abbiamo il dovere di ascoltare e di capire, riconoscendo la loro identità e collaborando per crescere insieme».