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da La Repubblica del 28 agosto 2007

Firenze, già 15 denunce per i lavavetri. Ma è polemica sulla decisione del Comune

Firenze – Sono già 15 le denunce contro i lavavetri a Firenze, a 24 ore dall’ordinanza comunale che, ieri, ha stabilito il sequestro di tutta l’attrezzatura e la denuncia penale con l’arresto fino a tre mesi per chi viene sorpreso al semaforo con secchio e spugne.

La mattinata. I primi controlli sono stati seguiti anche dal comandante della polizia municipale, Alessandro Bartolini, e dall’assessore alla Sicurezza e alla vivibilità urbana, Graziano Cioni. “Oltre al sequestro del materiale e alla denuncia, tutti sono stati fotosegnalati”, spiega Bartolini. La voce della nuova misura sembra essersi sparsa tra i lavavetri fiorentini: “Ora stiamo rientrando – continua Bartolini – perché in strada non ce ne sono più, evidentemente si sono passati la notizia”. I vigili hanno denunciato dieci lavavetri, altri cinque la polizia.

Dopo le reazioni sollevate dalla decisione della giunta fiorentina di centrosinistra, l’assessore Cioni ribadisce che l’ordinanza non vuole colpire i poveri o chi chiede l’elemosina, ma che è “una risposta all’arroganza, all’aggressione che molti lavavetri mettono in atto nei confronti degli automobilisti che non gli danno quanto loro vorrebbero”. Cioni ieri aveva anche preso le distanze dal plauso di amministrazioni leghiste: “Non ho niente a che fare con i leghisti, la sicurezza non è di destra né di sinistra”.

La tessera della Lega. Ma Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, non si lascia scappare l’occasione: “Una tessera di socio sostenitore della Lega non gliela leva nessuno, e anzi mi premurerò di inviargliela personalmente io stesso, insieme ad una foto di Gentilini, a cui sicuramente l’amministrazione di Firenze si è ispirata per adottare queste misure”

“Norme nazionali”. E la questione dei lavavetri da Firenze rimbalza in altre città italiane. Il prefetto di Roma, Achille Serra, chiede il problema venga affrontato a livello nazionale e non dai singoli comuni: “Ho fatto il prefetto a Firenze – spiega – e capisco l’assessore Cioni e l’esasperazione della gente di fronte a questo fenomeno, ma il problema va visto a livello nazionale, se ognuno fa proprie norme, sorgono altri problemi”.

Una visione più ampia viene chiesta anche dal sindaco di Roma, Walter Veltroni. “Ci vuole un’armonizzazione delle norme nazionali – dice il primo cittadino romano – Bisogna anche considerare che spesso dietro il fenomeno dei lavavetri c’è uno sfruttamento del lavoro minorile, qui, come per lo sfruttamento della prostituzione c’è un racket ed è quello che bisogna colpire”.

Una direzione sbagliata. Un netto no alla decisione della giunta fiorentina viene dal ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, per cui quello dei lavavetri è “un problema sociale, non di ordine pubblico”. Secondo il ministro rifondarolo “le scelte assunte a Firenze vanno nella direzione opposta a ciò che serve”. Per affrontare problemi di questo tipo Ferrero invoca piuttosto una mediazione sociale, “fatta salva la sacrosanta repressione di aggressioni e comportamenti violenti”.

“Una scelta opinabile”. E’ scettico anche il procuratore capo di Firenze, Ubaldo Nannucci, che parla di “scelta abbastanza opinabile”. Anche se il magistrato, in vacanza, non ha ancora letto l’ordinanza e aspetta “i riferimenti normativi per esprimere un giudizio compiuto”.