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Flussi 2006 – “Accogliete le richieste di Melting Pot”, anche le badanti scrivono ai ministri

Molte di loro aspettano da tempo una risposta alla domanda di assunzione dall’estero presentata con le quote dei flussi, ed hanno accolto con entusiasmo la campagna lanciata da Melting Pot per la richiesta di modifica del testo del decreto flussi bis.

Ringraziamo tutte le persone che finora hanno sostenuto l’iniziativa e invitiamo molte altre a farlo. Le adesioni riguardano rappresentanti di enti locali, del mondo accademico, avvocati, singoli cittadini e associazioni.

* Vedi le adesione pervenute (pagina in continuo aggiornamento)

Ogni domenica mattina a Reggio Emilia centinaia di donne, in maggior parte assistenti familiari ucraine, si ritrovano a Caffè Babele.
Oltre ad aderire all’appello, le badanti hanno voluto scrivere una loro lettera ai ministri Amato e Ferrero.

Signor Ministro,
Le scriviamo per chiederle di accogliere la richiesta presentata dal Progetto Melting Pot. Questo perché, come lei sa, la maggior parte delle domande presentate per il decreto flussi sono state fatte da chi già vive e lavora in Italia. Noi facciamo parte di quelle tante persone che sperano di uscire dalla clandestinità e quindi dall’invisibilità. Viviamo e lavoriamo in Italia ma non abbiamo la possibilità di avere un regolare contratto di lavoro, viviamo ogni giorno nella paura, è come se non esistessimo. E invece esistiamo e ci prendiamo cura delle persone anziane, viviamo nelle vostre case ma si continua a fare finta di niente.
Come potrebbe una famiglia assumere e prendersi in casa una persona che non conosce, che non sa come lavora?
Noi siamo già qui e l’idea di dover tornare nel nostro paese di origine per avere il nulla osta e poter finalmente, dopo anni di attesa, avere i documenti ci spaventa molto. Questo per vari motivi. Innanzitutto dovremmo ancora una volta muoverci nella clandestinità per rientrare, con la paura di essere scoperte e veder svanire l’unica possibilità che ci è rimasta per regolarizzarci. Inoltre saremmo costrette a pagare viaggi, frontiere e alimentare le tasche di chi specula sulla nostra condizione pur di non essere scoperte. Ma non è finita qui. Le famiglie presso cui lavoriamo dovranno aspettare il nostro ritorno, forse per molto tempo, e nel frattempo assumere altre lavoratrici al nostro posto, molto probabilmente in nero, così che continueremmo un circolo vizioso che sembra non avere mai fine. E poi, se le famiglie non ce la facessero ad aspettare? Se va bene ci troveremmo di nuovo in Italia alla ricerca di un lavoro.
Le chiediamo di essere trattate con rispetto e per questo non costringerci di nuovo a nasconderci, a scappare e a vivere nella paura.
La ringraziamo dell’attenzione e le porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Larissa, Alina, Olga, Nina, Nadia, Maria, Raya, Elena, Lydia, Lyba, Anna, Marina, Lida, Slava, Tatiana, Petra, Dorin, Vasis, Maria, Anna, Slavco, Alesandra, Maria, Stefania, Nina, Salva, Lucia, Maria, Zina, Olga, Maria, Ivanna, Katia, Nadia, Irena, Oksana, Ivan, Nikola, Roman, Tanya, Vera, Sonia, Frosia, Stefania, Teclia, Tanya, Sneigana, Uliana, Valentina, Nadia, Natalia, Oksana, Daria, Leonora, Maria, Semen, Oleg, Sergio, Alesandro, Ivan, Olesia, Natasha, Tatiana, Irina, Vasilsi, Alesandro, Elena, Olga, Tatiana, Natasha, Irina, Tania, Nelia, Ludmilla, Rocsolana, Adila, Oksana, Irina, Oliga, Tatiana, Elena, Maria, Jgor, Valentina, Alesandra, Maria.
Viviamo e lavoriamo in Italia, in attesa di regolarizzazione

Reggio Emilia, 1 ottobre 2006

Sulla campagna vedi gli articoli:

Flussi 2006 – Serve subito una regolarizzazione, restando in Italia!“.

Ecco il testo della lettera indirizzata ai ministri Amato e Ferrero per chiedere la modifica del decreto flussi bis“.

La paura delle invisibili che sperano nel decreto flussi“. Intervista a Ale, signora ucraina in bilico tra speranza e terrore.