Carenza di manodopera e necessità di ricorrere all’immigrazione: problema per numerosi imprenditori in cerca anche di pura forza lavoro disposta ad accettare mestieri tradizionali. Nel 1999, 284 ditte occupavano 565 dipendenti extracomunitari; il 31 dicembre 2001 le ditte erano già 398 per 934 dipendenti. Al 31 dicembre dell’anno scorso si è toccata quota 536 ditte per 1.407 dipendenti. Rispetto al 2002 i lavoratori extracee sono aumentati di circa l’8,81 per cento. Principali paesi di provenienza sono : Albania (273 dipendenti), Marocco (199), Cina (157), Romania (142), Senegal (92), Tunisia (92), Ex Jugoslavia (63), Burkina Faso (54), Bulgaria (52). “I dati confermano – sottolinea Tiziano Alessandrini, direttore provinciale Cna – che la richiesta di manodopera è sempre molto forte e non sempre trova adeguata risposta nella forza lavoro locale”, specialmente per settori come metalmeccanica, edilizia, autotrasporto, abbigliamento calzaturiero e alimentazione. Nonostante i soddisfatti, si levano voci che vorrebbero una diversa gestione dei flussi (il solo quadro di riferimento è la legge Bossi-Fini), per rendere possibile un’adeguata programmazione, cioè non più la centralizzazione su Roma, ma il coinvolgimento degli enti locali per un più razionale utilizzo di questa forza lavoro sul mercato locale
da Il Corriere Romagna del 17 marzo 2004
Forlì – Lavoratori extracee in continuo aumento
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