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Forse in arrivo una parziale sanatoria, ma legata al ricatto di un contratto di lavoro nei campi

Intervista con l'avv. Nazarena Zorzella di ASGI e Stefano Bleggi di Melting Pot Europa. A cura di Radio Onda d'Urto

Nella giornata del 4 maggio 2020 la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, ha cercato di spingere l’acceleratore sulla più che mai necessaria sanatoria per gli immigrati che vivono in Italia.

Braccianti irregolari che lavorano nei nostri campi. Donne che stanno nelle nostre famiglie come badanti e sono in nero. Chiedo che siano regolarizzati subito con permessi di soggiorno temporanei di sei mesi rinnovabili per altri sei” avrebbe detto la Bellanova, stando a quanto riportano alcune agenzie secondo le quali il provvedimento troverebbe l’appoggio della ministra dell’Interno Lamorgese.

Una regolarizzazione che dovrebbe riguardare almeno 600mila persone costrette oggi alla clandestinità, ma che già nella giornata del 5 maggio era stata ridotta a 150mila, stando a quanto avrebbero detto le ministre Bellanova e Catalfo che si dicono d’accordo con la regolarizzazione per quelli impiegati in agricoltura. “Ci servono”, è il ragionamento della renziana Bellanova, di poco dissimile da quello della grillina Catalfo, che vorrebbe estendere la sanatoria – non si sa se a tempo oppure no – anche a colf e badanti.

Ancora una volta però, denunciano migranti e realtà antirazziste, si vuole legare il permesso ad contratto di lavoro esistente e solo in alcuni settori, una condizione di ricattabilità che dagli anni ’90, in Italia, condiziona la vita di milioni di persone.
Ne parliamo con Nazarena Zorzella, avvocata dell’ASGI e Stefano Bleggi, del progetto Melting Pot Europa e della campagna “Siamo qui – sanatoria subito”.

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